Situazione critica dal punto di vista dei ricoveri negli ospedali del Piceno a causa dell’emergenza Coronavirus.
Mentre il piano regionale procede spedito e il reparto Medicina del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto si sta preparando ad ospitare altri 30 posti letto per Covid (dopo la recente riconversione di Geriatria) e al “Mazzoni” di Ascoli un paziente contagiato che aveva bisogno di essere intubato è stato messo in una sala chirurgica a pressione negativa (leggi qui), la Ugl provinciale di Ascoli alza la voce. E chiede l’utilizzo per Covid delle cliniche private (la stessa proposta era stata avanzata da Cronache Picene – leggi qui) ma anche di liberare il Pronto Soccorso di entrambi gli ospedali attraverso una diversa organizzazione dei servizi territoriali.
«Come Ugl provinciale – si legge nella nota firmata Benito Rossi – siamo fortemente preoccupati, come certamente lo saranno tutti i cittadini, oltre chi possiede le redini decisionali. L’indice Rt nel Piceno costituto da 21 indicatori tra i quali il più importanti è dato dalla stabilità della trasmissione e la tenuta dei servizi sanitari, pone in forte apprensione per i futuro.
Ad oggi, il reparto Malattie infettive di Ascoli è al 100% di occupazione; al “Madonna del Soccorso” Geriatria, Rianimazione, terapia semi intensiva (fatta nascere il 30 ottobre 2020 con 8 posti letto quindi privando di 8 posti letto per dirimere i sospetti) ubicata sullo stesso piano del Pronto Soccorso, sono al 100 % di occupazione.
Il reparto Medicina che vogliono riconvertire, secondo statistiche prevedibili, sarà occupata al 100% in 7 giorni.
Ferma restando la nostra piena contrarietà degli 8 posti letto utilizzati per la terapia ventilatoria non invasiva, individuati come semi intensiva dalla Area Vasta 5 al piani -2 del Pronto Soccorso, riteniamo che siano da collocare in ambiente idoneo.
Riteniamo oltretutto non accettabile aver perso 8 posti che prima del 30 ottobre venivano utilizzati per eseguire diagnosi differenziale tra Covid e no Covid.
Oltretutto gli 8 posti ora sono gestiti con medici e infermieri del Pronto Soccorso che si dividono tra i due servizi, i quali si sono rivolti al loro legale.
Come Ugl proponiamo una decisa inversione di tendenza gestionale ed organizzativa coinvolgendo in maniera fattiva il territorio dove organizzare gestioni domiciliari.
Ciò comporterebbe maggiore tranquillità alle famiglie che oggi scelgono di rivolgersi al Pronto Soccorso. Aggiungiamo la proposta di coinvolgere la riconversione delle strutture private convenzionate.
Se la guerra sanitaria è di tutti, tutti devono collaborare, soprattutto quando viene minata la centralità ospedaliera».
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