Operai al lavoro (foto d’archivio)
Infortuni sul lavoro e malattie professionali in calo nelle Marche nei primi 10 mesi del 2020, ma sono di più i casi mortali.
E’ quanto emerge dall’analisi di Guido Bianchini, esperto in sicurezza sul lavoro della Uil di Ascoli, nelle Marche e nelle province marchigiane.
Il quadro nazionale rispecchia quanto avvenuto nelle Marche. In Italia le domande presentate all’Inail sono state 421.497, circa 113mila in meno rispetto ai primi 10 mesi del 2019 (-21,1%).
Il calo si è registrato nonostante l’incremento degli infortuni sul lavoro da Covid-19, che sono circa il 16% del totale delle denunce presentate.
La diminuzione delle denunce riguarda tutti i mesi del 2020 e in particolare il trimestre aprile/giugno con richieste ridotte del 50%.
Le denunce d’infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.036.
Pur essendo dati provvisori, si evidenzia già un aumento di 140 casi rispetto allo stesso periodo del 2019 (+15,6%).
L’incremento è influenzato dai decessi avvenuti e protocollati al 31 ottobre 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo, che rappresentano circa un terzo dei decessi denunciati.
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel periodo in esame sono state 36.619, 14.436 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-28,3%).
A influenzare la flessione è soprattutto il numero delle denunce presentate tra marzo e luglio 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019. La diminuzione maggiore si è registrata in aprile (-87%), cioè in pieno lockdown.
Nelle Marche, le denunce con esito mortale registrano un forte incremento nel periodo in esame poiché si passa da 26 casi del 2019 a 40 casi del 2020 (+ 14 denunce e un’implementazione del 54%).
Nello specifico, industria e servizi hanno un incremento di 15 casi; per conto dello Stato si passa da 0 a 2 casi mentre l’agricoltura presenta una riduzione poiché si passa da 5 a 2 casi.
Le attività economiche che presentano i maggiori dati negativi sono il manifatturiero con 6 casi, le costruzioni 5, 3 sanità e assistenza, 8 i non determinati.il confronto dei dati dei primi 10 mesi del 2020 sulle differenze di genere vede un calo dei casi nella componente maschile, di 2.452 da (da 10.352 a 7.900 denunce), mentre per quella femminile la riduzione è di 764 casi (da 5.454 a 4.690).
Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce.
Purtroppo circa
MALATTIE PROFESSIONALI NELLE MARCHE – Le denunce di malattie professionali sono state 3.927 con una diminuzione di 1.156 casi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La diminuzione riguarda sia la componente maschile, (passati da 3482 a 2779), sia quella femminile (da 1601 a 1148).
Rispetto ai settori industria e servizi registra un calo di 876 casi (da 425 a 3409); l’agricoltura ha una riduzione di 280 casi (da 769 a 489); mentre resta stabile la gestione per conto dello Stato con 29 casi come l’anno precedente.
La riduzione ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 4.727 a 3.658, sia quelle di comunitari (da 116 a 82) ed extracomunitari (da 240 a 187).
In merito ai numeri delle denunce, nella provincia di Ascoli si è passati da 606 denunce nel 2019 a 443 nel 2020. Ad Ancona da 1.088 a 708, a Fermo da 639 a 519, a Macerata da 1.390 a 1.170, a Pesaro da 5.082 a 3.927.
Le prime tre malattie professionali denunciate, tra gennaio e ottobre di quest’anno, continuano a essere, nell’ordine, le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (2617 casi), del sistema nervoso (761) e quelle dell’orecchio (194), seguite dalle malattie del sistema respiratorio (42) e dai tumori (44). Tutte le malattie professionali denunciate registrano diminuzioni nei periodi in esame.
GLI INFORTUNI – Nelle Marche nei primi 10 mesi del 2020 sono state presentate 12.590 denunce d’infortunio con una riduzione di 3.216 casi rispetto al periodo precedente.
La riduzione ha interessato sia quelli in occasione di lavoro, con e senza mezzo di trasporto e in itinere.
La gestione industria e servizi presenta un calo di 1.715 casi poiché registra 10.736 denunce nel corrente anno; l’agricoltura passa da 1.053 casi a 852 sempre nel vigente anno; quelli per conto dello Stato si dimezzano poiché da 2.302 si passa a 1.002 denunce.
Tutti i comparti produttivi registrano una forte riduzione delle denunce presentate ad eccezione di quello della sanità e assistenza sociale che passa da 476 a 872 casi denunciati.
Ad Ascoli le denunce per infortunio sono state 1.538 nei primi dieci mesi del 2020, contro le 2.010 dello stesso periodo dello scorso anno. La flessione ad Ancona è stato il passaggio da 5.746 a 4.454, a Fermo da 1.187 a 985, a Macerata da 3.077 a 2.479 a Pesaro da 3.786 a 3.134.
Complessivamente nel periodo in esame la diminuzione riguarda sia i lavoratori italiani (-2.643), sia quelli comunitari (-87) ed extracomunitari (-486).
Il confronto dei dati dei primi 10 mesi del 2020 sulle differenze di genere vede un calo dei casi nella componente maschile, di 2.452 da (da 10.352 a 7.900 denunce), mentre per quella femminile la riduzione è di 764 casi (da 5.454 a 4.690).
Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce.
Le denunce con esito mortale hanno subito un forte incremento nel periodo in esame poiché si passa da 26 casi del 2019 a 40 casi del 2020 (+ 14 denunce e un’implementazione del 54%).
I settori in cui si sono verificati i decessi sono industria e servizi (+ 15 casi), per conto dello Stato si è passati a 0 a 2 casi mentre l’agricoltura presenta una riduzione poiché si passa da 5 a 2 casi.
Le attività economiche che presentano i maggiori dati negativi sono il manifatturiero con 6 casi, le costruzioni 5, 3 sanità e assistenza, 8 i non determinati.
Circa i dati delle denunce d’infortuni mortali, sono stati 5 ad Ascoli (2 nel 2019), 6 a Fermo (3 nel 2019), 9 a Pesaro (4 nel 2019) nessun cambiamento a Macerata, con 9 decessi nel 2020 e altrettanti nel 2019.
L’incremento regionale ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 22 a 31), sia quelle di comunitari (da 1 a 2) ed extracomunitari (da 3 a 7).
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