Il piazzale esterno della chiesa
di Federica Serfilippi
(foto di Giusy Marinelli)
«Abbracciate i vostri figli, sempre. Non basta mai. Abbracciateli anche quando vi allontanano». Le parole, intrise di dolore e lacrime, sono quelle pronunciate da mamma Patrizia al centro di un piazzale stracolmo di persone, arrivate oggi pomeriggio alla chiesa dei Cappuccini di Ancona per partecipare al funerale del 26enne Michele Martedì, ucciso a coltellate in via Maggini la mattina dell’Immacolata. Le parole, dette al termine della cerimonia, sono state rivolte a una folla commossa composta da amici, conoscenti e tutti gli affetti più cari del giovane parrucchiere.
Michele Martedì
Impossibile per la parrocchia contenere tutti i presenti. La maggior parte ha dovuto assistere alla cerimonia rimanendo all’esterno, dove sono stati piazzati degli altoparlanti. L’arrivo del feretro di Michele è stato accolto con uno striscione: “Ciao Mig”. E la schiera di magliette da calcio e calcetto da lui indossate nel corso degli anni sono state poggiate sui gradini della parrocchia. Lacrime e applausi quando nel corso della cerimonia presieduta da don Franco Marchetti, è stata letta la lettera scritta da Mattia, fratello minore di Michele: «A volte la vita ci sottopone a sfide più grandi di noi, a ostacoli che sembrano invalicabili e ci chiede di essere forti. L’8 dicembre mio fratello è stato ucciso a sangue freddo, in modo feroce e premeditato da un suo coetaneo, a pochi passi da casa, mentre passeggiava con il cane, senza alcun motivo sensato, per mano di un assassino che aveva maturato un’ossessione nei suoi confronti». E ancora: «La rabbia e lo sconforto mi fanno domandare: perché l’uomo è così crudele e violento? Perché è successo a lui e non a qualcun altro? Vedersi strappare via la vita a poco più di vent’anni, che razza di mondo è questo? E’ difficile rispondere: la verità è che poteva succedere a chiunque, a Michele, a me, a te. Ce la faremo, ve lo prometto. Ci vuole un sacco di speranza e amore vero. Solo così, e cercando di avere giustizia, vivremo una vita migliore». Quando il feretro è uscito dalla chiesa, è stato accolto da uno scroscio di applausi. Marco, fratello maggiore di Michele, ha ringraziato i presenti «per l’affetto ricevuto. Grazie, veramente grazie. Abbiamo capito quando Michele era benvoluto. Ci ha fatto davvero piacere». Il ricordo di un amico: «Eri una persona molto speciale, hai impiantato nel cuore di tutti noi il seme del sorriso, lo facevi fiorire ogni volta che eri presente». In carcere per il delitto di Michele c’è Mattia Rossetti che ha colpito il coetaneo con una decina di fendenti anche quando era ormai caduto a terra. Gli viene contestato l’omicidio premetidato aggravato dallo stalking e dalla crudeltà.
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