di Renato Pierantozzi
Colpo di scena, finalmente in senso positivo, nella vicenda della ricostruzione delle frazioni di Arquata del Tronto distrutte dal sisma del 2016.
Le rovine di Pescara del Tronto
E arriva proprio nei riguardi del luogo simbolo del terremoto, dove le scosse hanno fatto decine di vittime: Pescara del Tronto.
La frazione, secondo gli esperti, potrebbe anche essere ricostruita laddove si trovava prima di quel maledetto 24 agosto 2016.
Questa mattina, sabato 12 dicembre, si è svolto l’incontro tra i tecnici incaricati di elaborare i piani per la ricostruzione (tra cui lo studio dell’archistar milanese Stefano Boeri), due associazioni di residenti e la comunanza agraria. Tra i tecnici presenti anche l’architetto ascolano Dario Nanni.
Fino ad oggi, per il caso specifico di Pescara, era stata sempre esclusa la possibilità di una ricostruzione nello stesso posto dove si trovava l’abitato distrutto del sisma.
Un dramma nel dramma per gli abitanti chiamati a scegliere tra due opzioni per il nuovo sito (uno verso Arquata, l’altro verso Capodacqua) che non sarebbe mai stato uguale al precedente come dimostrato anche in altre ricostruzioni post sisma italiane.
Ma durante l’incontro odierno, il professore Alberto Prestininzi, geologo e docente all’Università La Sapienza di Roma con un curriculum di spessore internazionale, non ha escluso la possibilità di ricostruire Pescara dove si trovava.
Secondo i tecnici, alla luce degli studi condotto dall’Ispra e della micro zonazione sismica di terzo livello, non ci sarebbero vincoli “ostativi”, ma “prescrittivi” che quindi consentirebbero una riedificazione.
Ci sono ancora da considerare gli aspetti economici, ma comunque si è aperto uno spiraglio che i tecnici fino ad oggi avevano sempre escluso.
Il lavoro dei tecnici va avanti con le scadenze fissate dal crono programma per arrivare all’elaborazione finale dei piani per la ricostruzione delle sette frazioni distrutte.
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