Covid o non Covid, ultimo dell’anno come Natale, giorni feriali come festivi.
Non c’è un giorno diverso dagli altri per i soccorritori del 118 del Piceno e del Pronto Soccorso degli ospedali “Mazzoni ” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto.
Ci sono sempre. E pronti ad intervenire in soccorso ai cittadini, attivati dalla centrale operativa del 118 di Ascoli (che risponde alle emergenze per il Piceno ed il Fermano).
Se la notte di Capodanno appena trascorsa non ha fatto registrare episodi eclatanti – complici anche le restrizioni anti contagio che hanno imposto il “tutti a casa” – l’anno che ci siamo lasciati alle spalle ha riservato al personale sanitario impegnato nelle urgenze ed emergenze giorni molto complicati. Per colpa del Coronavirus che ha imperversato fin da febbraio 2020 e che si è aggiunto all’ordinario.
Non sono mancati malori o incidenti che vedono per istituzione i soccorritori in prima linea a difesa della salute, della vita in molti casi, dei cittadini.
Sul fronte Covid, ci sono stati giorni, sia nella prima che nella seconda ondata della pandemia, in cui il 118 di Ascoli riceveva oltre 500 chiamate. Di persone che chiedevano consigli, spiegazioni. Ma molte che stavano male, avevano febbre alta e difficoltà respiratorie. Si trattava di contagiati o sospetti. C’era da capire. Da verificare. In ogni caso da correre.
Ambulanze quindi che sfrecciavano a sirene spiegate. Un andirivieni. Per pazienti che a volte non si sapeva dove portare. I reparti Covid degli ospedali delle Marche, soprattutto in autunno, si sono riempiti appena ripristinati dopo la tregua estiva.
E non è ancora finita. Quasi 700 i nuovi casi in regione riferiti oggi, 1 gennaio 2021, dal bollettino della Regione Marche. Il livello di guardia sempre altissimo. Il rischio di una nuova zona rossa concreto.
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