Dopo il presidente della Provincia, Sergio Fabiani (leggi l’articolo), anche la responsabile provinciale dell’organizzazione del Pd, Sara Calisti, si scaglia contro il taglio del fondi all’Istituto per la storia del movimento di liberazione delle Marche che ha sede ad Ascoli.
«Un’ altra pagina di cronache di ordinaria arroganza, è stata scritta dalla Giunta Acquaroli -accusa Calisti- L’abolizione dei contributi regionali agli Istituti di Liberazione delle Marche. Dunque, a pochi mesi dalle elezioni che hanno visto vincere il centro-destra, la presa di posizione della giunta regionale sembra rinverdire un noto adagio, secondo il quale, la storia la fanno i vincitori. Che non è la storia di liberazione di quel popolo, al quale hanno contribuito forze e persone diverse per estrazione sociale, ideale e politica, l’evento senza il quale noi oggi non saremmo un paese democratico. Io credo che tutto ciò sia largamente acquisito nella coscienza collettiva, pensavo sbagliando che tale acquisizione riguardasse anche gli amministratori regionali. Forse così non è. Anzi, così non è».
Calisti prosegue: «Se penso -afferma- a coloro che hanno combattuto e perso la vita, senza retorica, per consentire alla nostra generazione e a quelle che verranno di vivere in un paese libero, provo un senso di vergogna. Perché vedete non vi potete permettere di affermare che quei contributi erano elargiti per fini elettorali. Conoscere e custodire la memoria e quindi gli eventi storico-politici che hanno concretamente reso possibile: la Liberazione prima e la Costituzione poi, la democrazia in Italia è un dovere di qualsiasi amministratore. A meno che voi non siate, quei camerati nostalgici per nulla pentiti di quello che fu il fascismo. Del resto ad Acquasanta, alla cena di commemorazione della Marcia su Roma, prima avete affermato di esservi passati per caso, poi l’avete negata, poi l’avete rinnegata prendendone troppo tardi le distanze».
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