«La Regione tenta di soffocare
una voce scomoda»

ASCOLI - Continua a far discutere il taglio dei fondi all'Istituto per la storia del movimento di liberazione. La presidente Alviti: «Governare significa gestire il patrimonio culturale comune di una società e non minarlo per ragioni di parte»
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«Tentare di soffocare la vita degli Istituti di Storia Contemporanea non può essere letto se non come il disprezzo del valore fondativo della Storia. Davanti ad un atto del genere, viene spontaneo chiedersi se chi governa la nostra Regione abbia o meno, tra i suoi obiettivi fondamentali, la crescita della vita democratica e della conoscenza della nostra società».

La sede della biblioteca “Toria”, con cui l’Isml è associato, alla Cartiera Papale

Sono le parole di Maria Paola Alviti, presidente dell’Istituto Provinciale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche e dell’ Età Contemporanea di Ascoli.

Dopo l’intervento del presidente della Provincia Sergio Fabiani (leggi qui), tocca dunque al vertice dell’istituto commentare la decisione presa dalla Regione sul taglio ai fondi ad esso destinati.

«Governare significa gestire il patrimonio culturale comune di una società e non minarlo per ragioni di parte -continua Alviti-. Chi ha a cuore lo sviluppo della democrazia è impegnato a moltiplicare le occasioni di confronto e di dibattito, consentendo a tutti di esprimere le proprie idee e di approfondire la propria conoscenza attraverso un rigoroso processo di ricerca storica con la maggiore obiettività e completezza possibile. Ci chiediamo e la domanda non può che essere retorica, se un provvedimento del genere vada in questo senso o se invece denunci un interesse a soffocare una voce dissonante e forse scomoda».

«I nostri istituti, dal secondo dopoguerra, svolgono una qualificata attività di divulgazione della storia contemporanea, di formazione dei personale docente e dei cittadini interessati a questi temi, di conservazione del patrimonio storico, nel rispetto dei valori fondanti della Costituzione Repubblicana -è la proseczuione-. Riteniamo pertanto di essere una voce libera che ha sempre mantenuto una propria autonomia e distanza dai condizionamenti partitici, in grado di dare linfa al dibattito democratico. Dibattito a cui sembra, invece, volersi sottrarre chi, con banali e meschine motivazioni, tenta di mettere in discussione la vita stessa degli istituti».

«E’ sin troppo facile associare tali pratiche a quelle di un passato oscuro quando si chiudevano i giornali, si mettevano fuori legge partiti ed associazioni democratiche, ricorrendo anche alla violenza fisica -conclude Alviti-. Una Giunta regionale che nasce da un processo democratico, in uno stato democratico, dovrebbe avere a cuore i nostri stessi valori, in fatto di democrazia e possibilità di confronto, pertanto, auspichiamo che, valutata tutta la portata simbolica del fatto, voglia ritornare sulla sua decisione».

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