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«Vogliamo produrre
il vaccino nelle Marche,
puntiamo all’immunità
di gregge a maggio»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Filippo Saltamartini, assessore regionale alla sanità, illustra i prossimi passi per affrontare la pandemia e i parametri che stabiliscono le zone di rischio. Sulla possibilità di creare le dosi necessarie con le aziende farmaceutiche del territorio, tra cui la Pfizer di Ascoli: «Non possiamo aspettare la produzione olandese. Ho sentito oggi il viceministro che si è dichiarato d’accordo». Resta il problema del personale: «Noi abbiamo fatto le assunzioni che potevamo fare. Alle Regioni che hanno il bilancio in regola vanno tolti i paletti imposti nel 2012 dalla spending review»
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Filippo Saltamartini, assessore regionale alla sanità

di Matteo Zallocco

«Se avremo a disposizione tutti i vaccini come prestabilito, entro maggio saremo in grado di vaccinare un milione di marchigiani (procedendo con la tabella di 200mila al mese) e acquisire l’immunità di gregge».

A dirlo a Cronache Maceratesi è Filippo Saltamartini, assessore alla sanità della Regione.

«Ho parlato oggi con il viceministro Sileri, avendo la struttura idonea per la vaccinazione di massa è necessario avere i vaccini nei tempi prestabiliti ed ho proposto di avviare i processi di produzione nella nostra regione che annovera imprese farmaceutiche di primo piano a livello internazionale, compresa la Pfizer (con lo stabilimento di Ascoli, ndr). Non possiamo aspettare la produzione olandese quando abbiamo la possibilità di farlo nelle Marche e in Italia. Il viceministro si è dichiarato d’accordo e domani ho un appuntamento con lui».

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Filippo Saltamartini

Ieri ha detto che sono aumentati i posti di terapia intensiva, ma non risultano nuove assunzioni. Come farete a rendere operativi quegli stessi posti?

«Si abbiamo allestito ieri gli ultimi 17 posti a Pesaro, ora in totale nelle Marche sono 237, quando ci siamo insediati erano 115. Con il covid i decreti legge 18 e 34 del 2020 hanno stabilito un aumento di posti in terapia intensiva e l’assunzione del personale per far fronte alla pandemia. Noi abbiamo assunto circa 1600 nuovi dipendenti per la sanità nelle Marche. L’Asur, una delle quattro aziende sanitarie nelle Marche, ne ha assunti 886 (372 medici, 305 infermieri e 209 altre figure del settore)».

Perché si è messo in collegamento questo aumento di posti letto di terapia intensiva con l’indice Rt?

«L’indice rt viene calcolato su alcuni parametri: il rapporto tra posti occupati e posti disponibili in terapia intensiva che deve essere inferiore al 30%. Il secondo è il rapporto tra i ricoverati in area medica (reparto infettivo e terapia semi-intensiva) e posti letto disponibili che nella nostra regione sono 1188. Il terzo è la percentuale tra il numero delle persone testate e i positivi. Il quarto parametro il numero delle infezioni, comprese quelle che avvengono in ambito familiare tra due persone. Poi ce ne sono altri che riguardano il numero complessivo delle persone positive e tra questi il numero di sintomatici e asintomatici».

Ma il personale sanitario resta numericamente insufficiente.

«La coperta è cortissima, il personale medico è sotto stress, mancano medici e infermieri ma dovevamo allestire questi posti letto perché le persone vanno soccorse e salvate. Noi abbiamo fatto le assunzioni che potevamo fare. Il problema della carenza del personale deriva dal fatto che dal 2012 in Italia è stata adottata la politica dello spending review. In attuazione di questo la legge finanziaria del 2015 ha stabilito che ogni regione dovesse diminuire il personale pubblico, compreso quello della sanità, dell’1,5% rispetto alla dotazione organica del 2004. E questo danneggia le regioni che all’epoca erano in regola mentre chi aveva un sovraorganico è rimasto con più personale. Noi abbiamo chiesto alla conferenza Stato-regioni di rimuovere questo ostacolo per le regioni che hanno il bilancio in regola, sono stato uno dei promotori e auspico che i nostri parlamentari se ne faranno carico».


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