Si è aperto questa mattina al Tribunale di Ascoli Piceno il processo a carico del collaudatore della “Trottola twist“, l’attrazione del luna park di San Benedetto del Tronto dove la sera del 14 luglio 2017 perse la vita la giovanissima Francesca Gallazzo precipitata a terra dopo un volo di diversi metri (leggi l’articolo).
La giostra dove si verificò la tragedia
L’ingegnere, difeso dall’avvocato ascolano Alessandro Scendoni, deve rispondere dell’accusa di omicidio colposo di fronte al giudice Matteo Di Battista.
La difesa naturalmente respinge tutte le accuse ribadendo il ruolo meramente tecnico dell’imputato che doveva soltanto constatare, annualmente, lo stato di manutenzione e di usura, oltre ad eventuali rischi di rottura, dell’attrazione.
Non ci sarebbe invece un ruolo attivo del tecnico in merito alla successiva installazione di una nuova imbracatura di sicurezza in base alle norme Uni En sulla cui obbligatorietà si preannuncia battaglia in aula.
Francesca Gallazzo
In precedenza un altro tecnico (leggi l’articolo), autore delle certificazioni relative alle sollecitazioni della struttura, era stato assolto in sede di processo svoltosi con rito abbreviato.
Un altro professionista invece è nel frattempo purtroppo deceduto.
L’udienza è stata poi aggiornata al 7 giugno 2o21 per ascoltare i primi testimoni.
Resta in piedi anche l’inchiesta bis della Procura di Ascoli alla luce delle dichiarazioni rese dagli stessi tecnici in merito alle presunte responsabilità da accertare sull’accesso della giovane all’attrazione e il collaudo iniziale della stessa.
Tuttavia l’apertura del procedimento odierno ha reso impossibile la riunificazione in un unico processo per fare piena luce sulla tragica fine di Francesca morta a 27 anni in una serata estiva che doveva essere
rp
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati