di Franco De Marco
Capire l’essenza del territorio e tradurla, valorizzandola, in una rete di attività culturali con ricadute turistiche. Ma soprattutto c’è bisogno di un’idea innovativa di fruizione culturale. E’ questa, in sintesi, la sfida per far conquistare nel 2024 ad Ascoli il titolo (che vale un milione di euro) di “Capitale italiana della cultura”. Oggi pomeriggio 4 febbraio si è insediato all’Arengo il comitato tecnico (19 componenti), individuato con delibera dalla giunta comunale, e allargato anche ad altre figure che possono fornire un grande contributi. Presenza significativa, in particolare, quella di Francesca Velani coordinatrice del progetto vincente Parma 2020-2021. In sala pure Gilberto Santini direttore dell’Amat ed esperto di teatro. Per le Università, in rappresentanza dei rispettivi Rettori, c’erano le professoresse Lucia Pietroni (Scuola di Ateneo Architettura e Design di Ascoli) dell’Unicam e Maria Serena Chiucchi direttrice del Dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche. Per l’Amministrazione comunale il sindaco Marco Fioravanti e l’assessore comunale alla cultura Donatella Ferretti e per la Regione l’assessore alla cultura Giorgia Latini. Più le altre figure tecniche interne ed esterne.
Un po’ tutti hanno illustrato le loro idee e le loro visioni. Ha introdotto naturalmente il sindaco illustrando le linee generali di indirizzo. «Abbiamo fatto – ha commentato al termine – un altro passo verso l’obiettivo di Ascoli Piceno Capitale italiana della cultura 2024. Il comitato tecnico si occuperà di redigere il progetto preliminare. E’ stato un incontro molto importante per discutere e confrontarci su quello che sarà il cronoprogramma e le prossime azioni. Condivideremo passo passo con la cittadinanza – ha promesso Fioravanti – tutto il percorso che sarà seguito nei prossimi mesi. Il traguardo che vogliamo raggiungere è molto ambizioso ma faremo il possibile per preparare un dossier che possa raccontare al meglio l’immenso patrimonio artistico, architettonico, culturale , la storia e le tradizioni della nostra città».
Se il capoluogo piceno sarà certamente il cuore dell’operazione, il progetto finale dovrebbe riguardare tutto il territorio e in particolare, a nostro modesto avviso, l’area del cratere martoriata dal terremoto e alla ricerca di una rinascita. Alcuni interventi lo hanno sottolineato. Una grande rete insomma. Proprio gli scarsi collegamenti con il territorio avrebbero provocato ad esempio la bocciatura di Ancona per il 2023 . Tante idee ma che ora dovranno essere messe nero su bianco individuando giusta comunicazione, brand e operatività. Non è facile vincere la sfida ma la “materia prima” non manca.
Il capoluogo piceno ha la fortuna di avere un notevole patrimonio storico, artistico e ambientale in grado di costituire una “idea” di forte richiamo. Tanti contenitori e temi da valorizzare. Ma serve, come detto, un’idea innovativa di base che faccia da canovaccio alla narrativa del territorio. Con i vecchi schemi non si conquista di sicuro il titolo. Nella prossima riunione si metteranno a fuoco i vari intrecci di fili per formare la grande rete culturale. Ma a gestire operativamente l’operazione dovrà necessariamente essere un gruppo di lavoro ristretto con tanto di coordinatore come avvenuto altrove. C’è l’impegno anche per una capillare consultazione nel mondo culturale locale.
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