Il rettore Gregori lancia l’allarme: «Fermiamo il calo demografico»

L'ECONOMISTA ascolano: «Il progressivo invecchiamento della popolazione comporta un indebolimento del tessuto sociale ed economico. Dobbiamo far rimanere i giovani e attrarne da fuori. Serve una strategia di sviluppo per far ripartire le attività economiche e creare posti di lavoro». Università, ruolo decisivo: «Abbiamo aumentato il numero di posizioni nel corso di Infermieristica ad Ascoli, stiamo lavorando con Unicam e Cup per portare in città Fisioterapia e Sistemi Agricoli Innovativi»
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di Piersandra Dragoni

Nel Piceno gli effetti delle misure di contenimento della pandemia si sono sommati a quelli del terremoto 2016-2017 ed è inconfutabile che lo spopolamento delle zone interne (capoluogo compreso), la riduzione dell’attività in settori strategici quali commercio-artigianato-turismo e l’aumento delle diseguaglianze sociali stiano logorando l’intero territorio.

Nella convinzione che il post pandemia più che un ritorno al passato debba vederci fare un grande balzo in avanti, un salto nel futuro, vogliamo cominciare a riflettere sul Piceno che vorremmo per cercare di progettare il Piceno che verrà.

Per questa ragione iniziamo, da oggi, una serie di incontri con personalità del mondo della cultura e dell’economia per approfondire tematiche di loro competenza e partiamo da Gian Luca Gregori, economista, che dopo essere stato nell’ordine ricercatore, professore associato, professore di prima fascia, direttore di Dipartimento, direttore della Scuola di dottorato e preside di Facoltà, dal 2019 è Rettore della Politecnica delle Marche: primo ascolano a ricoprire tale prestigioso incarico.

Come può intervenire la Politecnica per favorire la crescita del Piceno?
«Mettendo a disposizione conoscenze e competenze specialistiche per il sostegno di imprese e attività economiche e dando un contributo culturale tramite i docenti e gli studenti. La vicinanza al territorio è la cosiddetta terza missione dell’Università, dopo insegnamento e ricerca».

Gian Luca Gregori

Oltre che un conoscitore del Piceno lei è un attento osservatore delle vicende che lo riguardano: quali sono, a suo avviso, le criticità?
«Ce n’è più di una ma segnalo la problematica demografica perchè sottovalutata: la diminuzione e il progressivo invecchiamento della popolazione comportano un indebolimento del tessuto sociale e di quello economico. Dobbiamo far rimanere i giovani e attrarne da fuori».

Come?
«Con una strategia di sviluppo che faccia ripartire le attività economiche e crei posti di lavoro. Una strategia con priorità individuate che veda l’interazione coordinata di tutti i soggetti, pubblici e privati, che a vario titolo sono coinvolti».

E la Politecnica cosa può fare?
«Abbiamo già aumentato da 65 a 75 il numero di posizioni nel corso di laurea in Infermieristica che ha sede ad Ascoli e stiamo lavorando, in collaborazione con Università di Camerino e Cup, per portare in città il corso di laurea in Fisioterapia e il corso Sistemi Agricoli Innovativi».

A che punto sono le procedure?
«A buon punto: dopo le approvazioni all’unanimità nei rispettivi Consigli di Facoltà e da parte del Consiglio Universitario Nazionale, ora siamo in attesa della risposta del Ministero. Dovrebbe arrivare fra aprile e maggio».

Che Piceno vorrebbe il Rettore della Politecnica?
«Certamente un Piceno in cui i giovani possano rimanere e altri ne arrivino da fuori, con almeno 10 progetti di ricerca come quello che stiamo portando avanti con Unicam e HP Composites. Ma anche un Piceno che, per esempio, collegando i fattori competitivi dell’intero territorio sia in grado di attrarre flussi turistici dall’estero e che punti sulla ripresa del manifatturiero investendo nel settore agricolo, magari partendo dalla creazione di filiere nell’agroalimentare e nel vitivinicolo. Più in generale, vorrei un Piceno in cui istituzioni pubbliche e private condividano una visione e collaborino con strategie progetti e azioni integrate per concretizzarla».


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