Raffaele Cutolo e il dottor Piero Fede
«”Raffaele Cutolo mi disse: lei dottore ha una marcia in più”. Io gli risposi: “anche lei”». Lo racconta il dottor Piero Fede, medico di famiglia ascolano (da poco in pensione), il quale, nel ruolo di dirigente medico del carcere di massima sicurezza di Marino del Tronto, ebbe occasione di incontrare più volte il boss della camorra Raffaele Cutolo deceduto ieri, 17 febbraio, a 79 anni, dopo una lunga malattia, nel reparto sanitario del carcere di Parma.
Che ricordo ha dottor Fede di Raffaele Cutolo?
«Lo incontrai tre o quattro volte. Un giorno, entrando in carcere per i miei consueti servizi, alla portineria mi dissero che don Raffaele Cutolo mi voleva parlare.
Forse per qualche problema di salute, pensai. Ma non era così.
Una volta nella sua cella mi volle ringraziare perché avevo saputo curare un altro detenuto, Giuseppe Palillo, ritenuto un suo luogotenente. Mi disse: voi dottore avete una marcia in più. E mi disse pure: voi come me fate del bene. Noi possiamo contare su 33.000 aderenti».
Qual è il ricordo più vivido che ha di quell’incontro?
«I suoi occhi penetranti e scrutatori che mi ricordavano quelli del professor Paolo Larizza, mio professore di Clinica medica nell’Università di Perugia. Non dimenticherò mai gli occhi di Raffaele Cutolo».
Il fondatore della Nuova Camorra Organizzata venne trasferito nel carcere di Ascoli all’inizio del 1981. L’anno successivo venne trasferito, su iniziativa del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, in Sardegna nel carcere di massima sicurezza dell’Asinara.
Durante la sua detenzione nel carcere di Ascoli Raffaele Cutolo fu al centro del clamoroso “Caso Cirillo”, la vicenda relativa al rapimento, da parte delle Brigate Rosse, dell’allora assessore regionale della Campania Ciro Cirillo la cui liberazione avvenne attraverso intrecci mai del tutto chiariti tra Brigate Rosse, Nuova Camorra Organizzata e servizi segreti.
Nel carcere di Ascoli ci furono incontri appunto tra vari personaggi e Raffaele Cutolo.
Un “viavai” che scatenò indagini e processi. Ciro Cirillo fu liberato dalle Brigate Rosse dopo il pagamento di un sostanzioso riscatto. Gli esatti contorni della vicenda non sono mai stati chiariti.
f.d.m.
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