Ugo Spalvieri e Costantino Brandozzi
Ad Ascoli in 8 anni sono state perse 80 imprese. E’ questo il quadro poco rassicurante emerso dal rapporto annuale dell’ufficio studi Confcommercio prendendo in esame 120 comuni italiani, tra cui i 110 capoluoghi di provincia, nel periodo 2012 – 2020.
«I dati, suddivisi per settori economici e per aree urbane (centro storico, extra centro storico) sono molto allarmanti nella prospettiva futura post-Covid», afferma Ugo Spalvieri, presidente Confcommercio di Ascoli, che aggiunge:
«Infatti, se ieri il mega-trend urbano era caratterizzato da “meno commercio, ma più turismo”, domani con buona probabilità sarà “meno commercio e meno turismo”, con inediti problemi di equilibrio nella vita sociale nelle città ed in particolare nei centri storici.
Nella città di Ascoli in 8 anni abbiamo perso 80 imprese commerciali e solo 2 nel settore turistico, includendo in esso la ristorazione e la ricettività in senso lato, a comprova di come quest’ultimo settore abbia rappresentato una ciambella di salvataggio per l’economia locale, garantendo risorse a lavoratori ed imprese.
Le difficoltà che si prospettano possono essere mitigate solo con interventi incisivi da parte del Governo, mirati a sostenere economicamente le imprese esistenti ed i lavoratori occupati».
«A livello nazionale – afferma Costantino Brandozzi – gli effetti della pandemia attuale saranno devastanti.
Le stime sulle imprese nei centri storici, aree urbane in sofferenza da anni, prevedono un calo del 25% nel settore alloggio e ristorazione, cioè una impresa su quattro potrà cessare l’attività. Del 17% nel commercio al dettaglio con una punta del 20% per i negozi di vestiario e calzature.
Ci auguriamo che queste proiezioni siano venate di eccessivo pessimismo.
Come Confcommercio continueremo ad essere vicini alle imprese per assisterle a superare le situazioni di difficoltà».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati