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Sanità in affanno, Italia Viva:
«Concentrare gli sforzi
sul rafforzamento degli organici»

PICENO - Lo afferma la coordinatrice provinciale Maria Stella Origlia che rivolge un appello agli assessori regionali Saltamartini e Baldelli
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«Stiamo vivendo settimane difficili per la preoccupante curva dei contagi che non accenna a scendere, nonostante le misure restrittive adottate da Governo e Regione, aggravate dalla situazione poco rassicurante del piano vaccinale marchigiano, indiscutibilmente indietro rispetto ad altre regioni».

Lo dice Maria Stella Origlia, coordinatrice della provincia di Ascoli di Italia Viva, che interviene sulla delicata situazione che sta vivendo la Sanità anche nel Piceno.

L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli

«Oltre a ciò, si registrano significative difficoltà negli ospedali del Piceno, costretti ad accogliere quotidianamente malati covid, anche da altri territori, diminuendo pertanto la disponibilità di  assistenza e cura per altre prestazioni sanitarie definite “non urgenti”. L’emergenza pandemica – afferma la Origlia – ha indubbiamente aggravato la situazione generale della sanità picena che già registrava diverse criticità prima dell’insorgere dell’epidemia : siamo convinti che il tema cruciale in questo momento non sia l’aver cancellato l’ospedale unico o una programmazione più o meno convincente sul restyling delle due strutture ospedaliere.

Agli assessori regionali Baldelli (edilizia sanitaria) e Saltamartini (Sanità) diciamo che non è importante in questo momento concentrare gli sforzi sulla programmazione di interventi di edilizia, quanto piuttosto concentrare progetti e risorse per rinforzare gli organici di personale medico ed infermieristico e di dotare i reparti di strumentazioni e di eccellenze medico-scientifiche tali che possano innalzare i livelli di qualità e quantità delle prestazioni.

Maria Stella Origlia

Un reparto ospedaliero – insiste – è efficiente ed è riconosciuto se al suo interno operano eccellenze mediche e squadre di operatori messi nelle condizioni di avere dotazioni di strumentazione all’avanguardia, con un congruo numero di personale, non costretto a turni estenuanti. Anche e soprattutto questo aspetto fa sì che le prestazioni sanitarie siano di qualità. Occorre dare ai bravi primari il personale sufficiente per far funzionare i reparti, attualmente sempre in grande sofferenza, e occorre investire sui servizi al cittadino, che sono resi dagli operatori sanitari più che dalle strutture da allocare o da bonificare.

L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

Negli ultimi mesi e ancora nei giorni scorsi numerosi operatori sanitari ci hanno manifestato la loro disperazione per doversi sottoporre a turni pesanti, dovuti certamente alla situazione pandemica, ma causati da forti criticità già esistenti prima del covid.

Invitiamo quindi chi ha assunto la responsabilità di guidare la Sanità marchigiana – la conclusione della coordinatrice provinciale di Italia Viva – a concentrarsi maggiormente su queste problematiche, a ripensare a quanto promesso  circa il potenziamento della medicina del territorio e a lasciar perdere il refrain dell’ospedale unico, tema accattivante sicuramente per la campagna elettorale, ma attualmente non più utile a risolvere problemi urgenti che affliggono i cittadini che si curano nella provincia di Ascoli».

 


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