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Diario della pandemia,
la parola ai giovani:
«Nichilismo psicologico
senza precedenti»

ASCOLI - A parlare è Daniele Massi, studente universitario. Più tempo libero per dedicarsi a sport e studio. Ma a fare da padrona è la realtà virtuale, che scandisce ogni attività del quotidiano. «Nessuna generazione ha mai vissuto qualcosa di simile»
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Daniele Massi

di Diego Morone
Con la primavera alle porte, il clima che sembra adattarsi gradualmente al periodo stesso e le giornate sempre più lunghe, tutto sembra andare per il meglio. Eppure le Marche sono ancora in zona rossa.
Le preoccupazioni, del vivere nello stato di labilità dettato dalla curva epidemiologica e con le numerose restrizioni, sono note a tutti, specie quelle del mondo dei lavoratori, o comunque degli adulti, il cosiddetto “mondo dei grandi”.
La componente che sembra essere stata la più trascurata sembra essere quella dei più giovani, costretti in un limbo per il quale per qualche giorno hanno la possibilità per esempio di vedere i propri amici o i propri partner, e qualche giorno dopo gli viene tolta come gli era stata concessa: in fretta e senza pensare alle conseguenze che potrebbe avere su di loro.
Se all’inizio questo nuovo mondo era tutto da scoprire nelle sue incertezze e nelle sue difficoltà, adesso tutto è routinario, per quanto non sarebbe mai dovuto diventare la regola.
La monotonia è proprio il punto di partenza alla base del pensiero maturato da Daniele Massi, 21 anni, studente all’Università degli Studi dell’Aquila.
«Il punto di vista di noi ragazzi potrebbe risultare, come le nostre parole del resto, monotono.
Non tanto perché non ci sia nulla su cui discutere o dibattere, quanto perché le nostre giornate e le nostre attività si sono adattate ai limiti che dobbiamo, giustamente, rispettare.
Da questo periodo è doveroso però riuscire a cogliere i lati positivi che possono permetterci di crescere nonostante tutto. Sicuramente in questa categoria di azioni o di eventi possiamo collocare la riscoperta di noi stessi, del tempo che non avevamo prima della pandemia per la cura del nostro corpo e della nostra mente.
Il tempo libero, avendo meno occasioni di aggregazione o di svago con gli altri, è molto. E tra le soluzioni disponibili le più gettonate sono senza dubbio lo sport e lo studio».
«Queste due attività – ha aggiunto Daniele Massi – sono le uniche a dare una parvenza di regolarità eppure sono entrambe armi a doppio taglio: le lezioni sono via Zoom, le dispense per lo studio sono virtuali, l’attività fisica è spesso e malvolentieri indoor, scandita da un cronometro digitale o dal proprio telefono.
Il tempo che stiamo trascorrendo connessi va sempre in crescendo per forza di cose, anche per tenersi in contatto con il resto del mondo i mezzi sono tutti digitali tra chiamate, videochiamate, social network.
Personalmente ho accusato il colpo, ero abituato a dividermi tra la mia sede universitaria, L’Aquila, e la mia città natale, Ascoli, ma con questa situazione la mia quotidianità è stata scombussolata ed ora come ora manca anche la certezza di quando torneremo a praticare tante delle attività cardini del nostro sviluppo fisico e psichico».
Daniele ha poi concluso con parole che potrebbero sintetizzare come i ragazzi stanno vivendo l’ennesima zona rossa: «È un periodo di stanchezza mentale e nichilismo psicologico senza precedenti, nessuna generazione ha mai vissuto qualcosa di simile e sui giovani pesa più che mai».
Il periodo è senza dubbio molto difficile per tutti e per i ragazzi sarà proprio segnato da questo binomio, diviso tra la riscoperta delle piccolezze nella nostra quotidianità, spesso in precedenza trascurate, e l’utilizzo smodato della tecnologia, croce e delizia della Generazione Z.

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