Dopo essere finito anche in Consiglio regionale lo scorso febbraio, su iniziativa di Marte Ruggeri e Simona Lupini (M5S), il bando del festival “Marche Palcoscenico Aperto” torna nell’occhio del ciclone. Con un video che rischia di alzare un polverone, lanciando accuse in particolare all’assessore regionale alla cultura Giorgia Latini, al presidente Acquaroli ed ai vertici dell’Amat Gilberto Santini e Gino Troli.
E’ stato realizzato dalla sigla “Lavoratori Spettacolo Marche” ed inviato, tra gli altri, anche al ministro della cultura Franceschini. Quello che viene rimproverato a Regione (soggetto che ha emanato il bando di assegnazione delle risorse per una cifra di 306.000 euro) e Amat (soggetto attuatore) è fin troppo esplicito: «Il bando non è stato redatto in maniera chiara e trasparente, doveva essere di sostegno ai lavoratori dello spettacolo marchigiani, e invece…».
E invece, secondo i “Lavoratori Spettacolo Marche”, vi sarebbero state negligenze e assegnazioni delle risorse “equivoche” tra i 60 artisti e compagnie che sono rientrati nel lotto degli assegnatari su ben 370 richieste.
A finire nel mirino, in primis, proprio l’elenco dei vincitori.
«Non c’è traccia di graduatoria né di punteggio dei rispettivi progetti presentati e nemmeno di quelli esclusi -spiegano gli autori del video-. Mancano pure l’indirizzo o il domicilio dei vincitori e soprattutto la cifra esatta assegnata ai vincitori. Per la legge sulla trasparenza occorre che queste informazioni siano pubbliche e quindi consultabili».
Sotto accusa anche la presenza di due beneficiari di Fondi Fus, «ma secondo il bando i sovvenzionati con suddetti fondi non potevano partecipare all’assegnazione delle risorse», ribadiscono i “Lavoratori Spettacolo Marche”.
Sempre lo stesso elenco «è stato pubblicato una prima volta il 18 dicembre poi ripubblicato con molte modifiche il 13 gennaio, senza alcuna spiegazione sulle numerose denominazioni variate».
Un elenco che comunque presenta alcune incongruenze. «Dalle ricerche effettuate risulta che molti dei vincitori non hanno sede nelle Marche (una addirittura risulta pure sostenuta dalla Regione Emilia Romagna), eppure quello era ritenuto un requisito fondamentale. Alcuni partecipanti a titolo personale, poi, riconducono a una sola produzione».
Viene tirato in ballo, infine, anche il conflitto di interessi del direttore dell’Amat Gilberto Santini, che ricopre lo stesso ruolo per il Consorzio Marche Spettacolo.
«Diversi artisti e compagnie partecipanti al bando fanno parte del Consorzio e sono state valutate proprio da Santini, in che modo è stata garantita imparzialità, con quali criteri sono stati assegnati i punteggi ed è stata redatta la graduatoria per l’assegnazione di quelle che sono risorse pubbliche?».
I “Lavoratori Spettacolo Marche” hanno inviato il video anche ai Comuni ed alla stessa Regione Marche. Tra i destinatari, anche tutte le compagnie e gli artisti esclusi dal bando, ovvero 310 soggetti.
Lavoratori dello spettacolo, il bando della Regione sotto accusa: «Poca trasparenza»
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