di Luca Capponi
Il fatto: due comici e un cantante, durante uno sketch televisivo, cambiano i versi a una famosissima canzone inserendo nel testo il nome di una città. Un gioco, un divertissement di quelli che caratterizzano la storia del tubo catodico ormai dalla notte dei tempi.
La conseguenza: tutto nella norma, dunque, si dirà. E ci mancherebbe. Il momento è simpatico, e prosegue con altri “stravolgimenti” musicali, gli spettatori davanti al teleschermo sono milioni, ci scappano pure due risate, l’artista si prende in giro, i comici lo punzecchiano.
Il dubbio: quello arriva sempre. Perché dopo la summenzionata scenetta è iniziato il processo di esaltazione social. Per carità, le piazze virtuali esistono anche per questo, ci sta. Ma in quattro e quattr’otto diventa tutto un giubilo immediato e continuo, un’analisi dell’imperdibile istante, un tripudio. Fiumi di parole (cit.) e di pareri, ci si azzanna anche, si pontifica e si deduce. Tra chi (tanti) benedice il siparietto e ne evoca la potenza promozionale, chi propone i due comici e il cantante come nuovi testimonial della città, chi li ringrazia (di cosa, non si sa), chi si gasa, chi dice “che onore!” e chi, in pochi, si chiede: “Ma che davero?” (leggere in romanesco).
Le domande: ma che per davvero da giorni ci stiamo dando pacche sulle spalle come a dire “hai visto, l’altra sera ci hanno nominato in diretta?”. Ma che per davvero stiamo appostati davanti alla tv, come vietcong, pronti a intercettare il primo che cita la città per poi provare il sacro brivido? Ma che davvero è la prima volta che succede? Ma che per davvero i social ci hanno ridotto così? Ma davvero siamo pronti a spendere ore e minuti ad autoincensarci e commentare, anche solo per puro “cazzeggio” o “semplicemente” per dare addosso a qualcuno che non la pensa come noi? Ma a Riccione hanno per caso costruito un monumento a Tommaso Paradiso e ai The Giornalisti? O risulta che a Frosinone siano ancora in brodo di giuggiole per la canzone di Calcutta? E Max Gazzè con le olive ascolane, allora, ne “La favola di Adamo ed Eva”? A lui andava intitolata almeno una via. Peccato che fosse il 1998, peccato non ci fossero i social…
Conclusione: i comici di cui si parla sono ovviamente Pio e Amedeo, il cantante è Claudio Baglioni, il programma è “Felicissima sera”, andato in onda venerdì scorso su Canale 5. Il brano in questione, “E tu…”, si è visto trasformare un verso in “Accoccolati ad Ascoli Piceno…”. Qualora vi fosse sfuggito.
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