di Gianluca Ginella
In vendita online o nei mercatini, la caccia alle opere d’arte perdute nelle Marche ha portato nel 2020 a ritrovare oltre 3.000 reperti che hanno un valore che sfiora i 3 milioni di euro. Le indagini in questo settore vengono svolte dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale che ad Ancona ha la propria sede.
E c’è d tutto tra ciò che è stato recuperato lo scorso anno. Da antichi volumi spariti da un convento, all’aquila imperiale del monumento dedicato all’imperatore Traiano, ad un busto portato via da una fontana del 1800. Le indagini dei carabinieri, spesso complesse, vengono svolte con uno strumento di supporto fondamentale: la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande banca dati di opere d’arte da ricercare al mondo. I ritrovamenti di opere sono avvenuti in tutte le provincie.
ASCOLI – E’ in un mercatino dell’antiquariato che sono stati trovati degli antichi volumi che riportavano delle classificazioni bibliotecarie e dei timbri che risultavano essere stati cancellati. Le indagini dei carabinieri hanno consentito di accertare che il venditore era in possesso di 45 volumi datati tra il 1646 e il 1719, provenienti dalla biblioteca del convento di San Bernardino di Rimini. La biblioteca venne chiusa negli anni ottanta ed è probabilmente in quel periodo che vennero sottratti i libri. Da ulteriori accertamenti è emerso che il venditore aveva ricevuto i libri da un ascolano che a sua volta li aveva ereditati da un parente.
MACERATA – Circa 40 anni fa è stata demolita una abitazione a Jesi. Ed era stato allora che un uomo di Cingoli aveva recuperato parti di una antica fontana, senza però conoscerne la provenienza. I Carabinieri hanno trovato in vendita online, su siti specializzati, un torso maschile che in un primo momento hanno ricondotto ad un reperto archeologico.
Le indagini, svolte in collaborazione con i Carabinieri di Cingoli e Montecarotto, hanno portato gli investigatori a scoprire che quel torso era un tempo parte della “Fontana del Tritone”, realizzata alla fine del 1800 dallo scultore jesino Raffaele Pirani, posizionata e inaugurata nel 1901 nella piazza XX settembre di Montecarotto. Una scoperta consentita grazie a Ilaria Venanzoni, una funzionaria archeologa della soprintendenza di Ancona.
L’opera è rimasta a Montecarotto fino al 1927, successivamente fu smontata e i pezzi custoditi in dei locali comunali. Alcuni di questi sono stati rubati, probabilmente poco dopo che la fontana venne dismessa. L’uomo che deteneva l’opera ha collaborato con gli inquirenti, spiegando dove aveva trovato il torso, spiegando che non solo aveva trovato quello ma anche altri pezzi della fontana. Ha spiegato che non sapeva da dove provenissero. La Procura di Macerata ha disposto il sequestro.
ANCONA – È invece in un giardino privato che è stata ritrovata la scultura in marmo di travertino raffigurante l’aquila imperiale attribuita allo scultore Mentore Maltoni, che faceva parte del complesso monumentale in onore dell’imperatore Traiano inaugurato nel 1934 nel capoluogo dorico. In questa indagine i Carabinieri si sono avvalsi anche della collaborazione del giornalista Giampaolo Milzi (per Cronache Ancona ha scritto diversi articoli sul caso) e dell’architetto Massimo Di Matteo. In seguito alle indagini la scultura è stata posta sotto sequestro.
PESARO – Questa volta è in una chiesa, quella di Santa Maria Nuova di Fano che i carabinieri hanno ritrovato una statua lignea policroma datata 1690 raffigurante San Pietro Di Alcantara e attribuita a Paolo Ghirlanda. La statua è di proprietà del comune di Fano ma negli ultimi anni aveva avuto una vita travaglia. Nel 1981 la scultura era stata spostata, senza alcuna autorizzazione, in un convento di Mombaroccio. Poi altro trasloco, questa volta al museo dei Cappuccini di Falconara Marittima. E alla fine era arrivata nella chiesa di Fano. Dalle indagini è emerso che tutti gli spostamenti non furono mai comunicati alla Soprintendenza. La scultura è stata sequestrata.
FERMO – Reperti precolombiani erano in vendita in un mercatino dell’antiquariato, a Porto San Giorgio. Lì i carabinieri li hanno trovati e immediatamente sequestrati. Sedici i reperti che analizzati dalla funzionaria archeologica Paola Mazzieri della Soprintendenza di Ancona, sono risultati provenire dal Messico. Il Tribunale di Fermo ha disposto che i beni fossero riconsegnati all’ambasciatore del Messico in Italia.
Nel 2020 i Carabinieri del Nucleo hanno recuperato 3.767 beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici, di pregevole fattura, per un valore stimato di 2.882.900 euro. Sono state denunciate 155 persone, di cui 20 per reati a danno del paesaggio. Nelle Marche ci sono stati 15 furti nel 2020 di beni artistici, sia da musei, che da biblioteche o a privati. Nel 2019 erano stati sedici.
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