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I “furbetti” del Reddito
di cittadinanza finiscono
nel mirino della Procura

ASCOLI - Una donna rumena avrebbe percepito oltre 17.000 euro senza avere i requisiti legati alla residenza in Italia. Secondo la difesa però ha agito in buona fede affidandosi ad un patronato per la presentazione della domanda
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Si sta stringendo il cerchio intorno ai cosiddetti “furbetti” del Reddito di cittadinanza, ovvero quei cittadini che, secondo la Procura della Repubblica di Ascoli, avrebbero percepito il sussidio senza averne diritto.

E così stanno arrivando agli avvocati difensori i primi avvisi di conclusione delle indagine relativi soprattutto a stranieri che hanno dichiarato di possedere i requisiti previsti dalla legge (10 anni di residenza in Italia, di cui gli ultimi due continuativi), ma che poi sono incappati nei controlli (stringenti) messi in campo in particolare dalla Guardia di Finanza.

Adesso rischiano condanne penali molto pesanti e l’obbligo di restituire quanto percepito indebitamente.

Si tratta di cifre molto consistenti, anche nell’ordine di decine di migliaia di euro, incassate sotto forma di “stipendio” mensile.

L’avvocato Morganti

Un caso (ma in Procura ce ne sarebbero tanti altri…) riguarda una cittadina rumena, difesa dall’avvocato Silvia Morganti, che secondo l’accusa avrebbe percepito indebitamente oltre 17.000 euro (tra il mese di maggio 2019  e quello di ottobre 2020) a seguito di una falsa attestazione relativa alla residenza in Italia.

La difesa, comunque, è convinta di dimostrare l’assoluta buona fede della donna riposta anche nei confronti del patronato che aveva compilato la domanda per accedere al RdC.

rp


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