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Infrastrutture, la Lega:
«San Benedetto
non può più aspettare»

VIABILITA' - Il commissario provinciale Roberto Maravalli, la coordinatrice Laura Gorini, l'assessore comunale Gian Luigi Pepa, tutto il gruppo consiliare composto da Emidio Del Zompo, Pasqualino Marzonetti, Rosaria Falco e Marco Curzi tornano sulla necessità di realizzare nuove opere e potenziare quelle esistenti
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«San Benedetto non può più aspettare. Servono una variante alla strada statale 16 Adriatica per snellire il traffico cittadino e un’alternativa viaria a scorrimento veloce che completi l’opera, interrotta anni fa in zona Santa Lucia».

Lo affermano, ribadendo che «questi investimenti siano di primaria importanza», gli esponenti della Lega Salvini Premier di San Benedetto,  la coordinatrice Laura Gorini, l’assessore comunale Gian Luigi Pepa, tutto il gruppo consiliare composto da Emidio Del Zompo, Pasqualino Marzonetti, Rosaria Falco e Marco Curzi, ed il commissario provinciale Roberto Maravalli.

«La necessità di trovare soluzioni alternative che permettano di decongestionare il traffico cittadino è da anni sotto gli occhi di tutti. La realizzazione della terza corsia della A14, ad esempio, potrebbe essere un’occasione da non perdere per chiedere contestualmente anche la realizzazione di eventuali opere compensative o accessorie (bretelle e complanari) e la costruzione di secondo casello autostradale “San Benedetto Centro”, in zona Santa Lucia o zone centrali, opera che per la nostra città avrebbe una valenza strategica. Il tracciato può essere discusso e migliorato, ma le opere vanno fatte.
Tali infrastrutture risulterebbero essenziali qualora si realizzasse un altro interessante progetto, praticamente pronto e solo da attuare, del terzo braccio del porto, da attuare ovviamente in accordo e sinergia con l’autorità portuale e che rivitalizzerebbe questa zona della città sia da un punto di vista economico che turistico.
Altra opera che andrebbe considerata, mai veramente affrontata mediante i dovuti confronti con le autorità interessate è il rifacimento del sottopasso di via Mare a Porto d’Ascoli, una via di comunicazione cruciale per tutta la città, cui andrebbe restituita dignità, decoro e sicurezza.

Due anni di lavori autostradali ci hanno fatto capire, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto sia necessario ripensare a vie di collegamento alternative. Abbiamo solo due direttrici nord/sud che si riducono ad una in molti periodi dell’anno ogniqualvolta vi sono eventi, mercati, fiere o semplici lavori di manutenzione.

Coniugare sviluppo e salvaguardia dell’ambiente si può, ma la sfida ecologica va vinta su ben altri piani. Biciclette e monopattini non sono fruibili da tutte le categorie di cittadini e non possono essere la soluzione per il traffico veloce o pesante.
È importante deviare i mezzi commerciali su nuovi percorsi alternativi e, nel contempo, incentivare l’utilizzo di nuove modalità di mobilità urbana come auto elettriche e car-sharing.

Nella stessa prospettiva di una mobilità sostenibile sarebbe interessante valutare con le Ferrovie dello Stato, la realizzazione di una metropolitana di superficie approfittando della circostanza che la strada ferrata attraversa in lunghezza tutta la nostra città.
In una città come la nostra dove abbiamo dovuto lottare per ottenere la fermata di un Frecciarossa, dove i vicini aeroporti ancora non sono raggiungibili da collegamenti diretti, dove le due corsie autostradali hanno dimostrato tutta la loro insufficienza, pensare che un nuovo raccordo viario non serva alla città è assolutamente anacronistico. Come lo è puntare tutto sulle due ruote come panacea per tutti i mali.

Tanto più in un mondo che da tempo ormai ha scoperto le auto a zero emissioni. Le nuove infrastrutture viarie, come tutti gli interventi che facilitino i collegamenti con la nostra città sono opere essenziali e non più procrastinabili».


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