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Hotel a ridosso dei Pantani,
sit in di protesta

IL SITO naturalistico nel comune di Accumoli, a pochi chilometri dal confine col Piceno, è uno dei simboli dell'Appennino. Nasce il coordinamento per la sua salvaguardia, che il 22 maggio manifesterà in loco per dire no all'urbanizzazione
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Nel settembre 2019, quando iniziarono le opere per la strada che da Accumoli conduce ai Pantani, un Sito di Interesse Comunitario e dichiarato Zona Speciale di Conservazione, molti soggetti e associazioni, anche del Piceno, iniziarono a preoccuparsi dei piani degli amministratori per un’area dall’alto valore naturalistico e ambientale molto amata e frequentata dai marchigiani seppure ricadente per pochi chilometri nel Lazio, in provincia di Rieti.

Una panoramica dei Pantani

Ci furono assemblee cui seguirono raccolte firme e sit-in.

Dopo due anni di silenzio delle istituzioni, sembra che il Comune di Accumoli abbia deliberato l’approvazione del progetto per la costruzione di un hotel lungo quella strada proprio a ridosso dei Pantani, con un finanziamento della Regione. Prevedrebbe una struttura a tre piani, per una spesa complessiva di 850.000 euro pubblici.

Visto l’imminente data di inizio lavori, si è costituito spontaneamente un “Coordinamento contro l’urbanizzazione dei Pantani” formato da soggetti e associazioni del territorio e amanti dell’Appennino Centrale, con l’obiettivo di impedire ulteriori opere di cementificazione dell’area.

Per questo sabato 22 maggio viene indetta una iniziativa pubblica con partenze da Terracino (9,30), Accumoli (Madonna delle Coste, 10) e Forca Canapine (10,30). Ai Pantani si animerà un flash-mob per evidenziare l’area oggetto di cementificazione e saranno ospitati interventi di esperti che si oppongono all’opera.

I laghetti. Sullo sfondo, i Monti della Laga

«Chiediamo che sia impedito ogni ulteriore intervento nell’area di pregio e interesse naturalistico e che sia mantenuta la vocazione agro-silvo-pastorale di un’area interessata da pascolo brado e usi civici che storicamente hanno garantito la fruizione collettiva del bene -chiedono dal coordinamento-. Gli investimenti pubblici dedicati ai territori devono essere davvero discussi dalle comunità locali attraverso processi partecipativi e non calati dall’alto, come previsto da quanto sottoscritto nelle delibere e ordinanze dei Commissari per la Ricostruzione».

«Infine- è la conclusione- chiediamo che il rilancio economico del cratere non sia esclusiva dell’industria turistica ma che il modello di sviluppo rispetti la vocazione dei territori montani, fondati sulla compatibilità ecologica delle attività umana negli ambienti naturali. Affinché il viaggio di scoperta, e l’indotto dell’accoglienza, diventino conseguenza dell’autenticità della vita in montagna e non preda di flussi speculativi».

Ecco le realtà aderenti al coordinamento: L’Eco dei Pantani (Accumoli e comuni vicini); Illica Vive (Accumoli); Driade – per Fare un Albero; Emidio di Treviri – gruppo di ricerca-azione; Associazione Proletari Escursionisti – Roma; Federtrek – Escursioni e Ambiente; Laga Insieme; Movimento Tellurico; Comitato 3e36 (Amatrice); Associazione Viviamo Configno; Ascolto&Partecipazione (Ascoli Piceno); Brigate di Solidarietà Attiva – Marche; Comunità Laudato Si Accumoli Amatrice e Ekoclub Rieti Onlus; Cammino nelle Terre Mutate; Salviamo l’Orso; Mountain Wilderness Italia; Legambiente – Ascoli; Rifugio Mezzi Litri / Monte Vector (Arquata del Tronto).

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