Giuseppe Conte e Beppe Grillo
di Giovanni De Franceschi
Proprio mentre il governo si apprestava a varare lo sblocco dei licenziamenti (il decreto è stato approvato oggi dal Consiglio dei ministri), a livello politico si è consumato uno dei “licenziamenti” più clamorosi degli ultimi tempi: quello di Giuseppe Conte ad opera di Beppe Grillo.
Il senatore Giorgio Fede
L’ex premier chiamato proprio dal garante e fondatore del Movimento 5 stelle per risollevare le sorti del partito e rifondarlo, è stato scaricato l’altro giorno in pieno stile “grillino”: un post sul blog tranchant e senza possibilità di appello. «Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema – ha scritto Grillo – Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente).
E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi. Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco».
Una sorta di fulmine a ciel sereno anche per per militanti, attivisti e politici nostrani.
E un ritorno alla piattaforma Rousseau – Grillo ha deciso di indire proprio sulla piattaforma di Casaleggio la votazione per il nuovo direttivo – da cui a fatica e proprio grazie all’entrata in campo di Conte, il M5S stava cercando di smarcarsi. Insomma, una spaccatura che ad oggi sembra difficile si possa ricomporre, anche se il ministro Luigi Di Maio sta tentando l’ultima mediazione, a meno di un’altra ennesima giravolta del comico genovese. E così nelle Marche c’è attesa, ma anche amarezza e delusione tra chi ha deciso di schierarsi apertamente e probabilmente sta pensando a una eventuale fuga verso il possibilissimo nuovo partito di Conte e chi invece ha scelto una posizione più attendista.
Come il senatore sambenedettese e facilitatore regionale Giorgio Fede: «Non ci stiamo schierando, stiamo assistendo a quando accade e vogliamo capirne le motivazioni – dice – Tutti noi abbiamo una stima immensa sia per Grillo che per Conte. Sappiamo benissimo che la visione di Grillo ha fatto sì che prevedesse sempre le cose prima degli altri e se noi siamo qui lo dobbiamo proprio alla sua visione.
Conte lo abbiamo visto all’opera come presidente del Consiglio, ha guidato l’Italia in uno dei momenti storici più difficili, acquisendo credibilità sia nel Paese che all’estero. Quindi mi auguro che questa rottura si possa ricomporre, d’altronde stiamo parlando del processo di rinascita di un partito, quindi è chiaro che sia complesso e ci sta che si discuta».
Mirella Emiliozzi
Completamente opposto invece il giudizio della deputata civitanovese Mirella Emiliozzi: «Sono sconcertata e amareggiata dall’atteggiamento di Beppe Grillo in queste ore – ha scritto su Facebook – Da un lato il linguaggio con cui si rivolge a Giuseppe Conte ritengo sia del tutto fuori luogo: un leader che ha servito con onore e passione il nostro Paese, guidandolo con dignità e responsabilità in uno dei momenti più drammatici della storia. Dall’altro richiamare in causa Rousseau dopo aver lavorato per mesi a chiudere definitivamente quella stagione, è incomprensibile». Parla addirittura di una sconfitta per tutti il deputato fanese Roberto Rossini: «Sono davvero deluso e amareggiato – il suo commento – Se mi sono avvicinato alla politica e sono qui oggi lo devo principalmente a Beppe, alla sua passione, alla sua lungimiranza, e mi dispiace dirlo ma trovo davvero difficile spiegare il suo comportamento e le sue parole. Non mi aspettavo un attacco a Conte così duro, ingeneroso e anche ingrato. Mi sembra assurdo se penso a tutte le battaglie portate avanti insieme, a tutto il lavoro fatto in questi anni, alle nostre conquiste. Conquiste ottenute anche per merito delle grandi capacità del nostro premier. E di questo non possiamo che dirgli grazie.
Alla riunione ci eravamo lasciati con grandi speranze, con la rassicurazione che entro 3-4 giorni avrebbero trovato una quadra e saremmo partiti con questo nuovo percorso. Poi all’improvviso è cambiato tutto, le trattative hanno preso una brutta piega lasciando spazio a una poco decorosa lotta per il ruolo di comando. Che è quanto di più lontano ci sia dai principi del Movimento 5 stelle, il cui unico obiettivo è sempre stato il bene dei cittadini, della comunità.
Questa è una sconfitta per tutti. Mi sembra abbastanza chiaro che dopo quello che è successo la relazione tra Grillo e Conte sia finita, chiusa, e che sia alquanto improbabile che la situazione si possa risolvere. Anche se in cuor mio spero che non sia davvero finita. Ma adesso l’unica via è un confronto vero, schietto e sincero, che porti a una soluzione chiara e definitiva».
Roberto Cherubini
Appello all’unità da Roberto Cherubini, capogruppo M5s in Consiglio a Macerata: «La situazione è in continua evoluzione, muta di ora in ora, quindi anche noi portavoce aspettiamo sviluppi – spiega – Gli elettori devono continuare ad avere fiducia in noi, continueremo a lavorare portando avanti principi e valori del M5S nei Consigli comunali, in Regione e in Parlamento. Ora più che mai serve che la comunità 5 Stelle si impegni per cercare unità al proprio interno».
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