Spiaggia per disabili,
l’accusa dei 5 Stelle:
«Dall’Amministrazione
solo il minimo sindacale»

SAN BENEDETTO - I rappresentanti dei pentastellati esprimono le proprie perplessità sulla recente inaugurazione di un’area che, stando a quanto previsto dalla legge, rappresenterebbe solo il primo passo di un percorso realmente inclusivo
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La recente inaugurazione di un tratto di spiaggia libera dedicato alle esigenze dei disabili a San Benedetto (leggi l’articolo) ha suscitato qualche polemica tra i rappresentanti locali del Movimento 5 Stelle, secondo cui la giunta Piunti avrebbe particolarmente enfatizzato un gesto che, agli occhi dei pentastellati, rappresenterebbe invece l’ordinaria amministrazione verso un doveroso percorso di inclusione e solidarietà.

Serafino Angelini

«Tocca persino essere soddisfatti dell’apertura di una spiaggia attrezzata per la disabilità – dichiara Serafino Angelini, esponente e candidato sindaco del Movimento 5 Stelle – visto come le categorie fragili sono state trattate da una destra becera, incompetente e insensibile ai bisogni veri e concreti delle persone più in difficoltà.

In un paese in cui è obbligo di legge che tutti gli stabilimenti balneari siano attrezzati per accogliere chi combatte ogni giorno con una condizione invalidante – prosegue – l’Amministrazione comunale fa passare come evento eccezionale il minimo sindacale rappresentato da un servizio che, se non seguito dall’applicazione immediata in ogni stabilimento balneare di una legge in vigore da anni, sa tanto di ghettizzazione».

In attesa di ulteriori passi in avanti in questa direzione, il Movimento 5 Stelle sambenedettese rilancia in vista delle prossime amministrative in programma dopo l’estate, con l’obiettivo di rendere accessibile a tutti il litorale nostrano e di portare avanti le battaglie che da sempre contraddistinguono il fronte pentastellato.

«Del resto – conclude Angelini – questa Amministrazione comunale per fortuna ormai al capolinea ci ha abituato alla passata di vernice sulla ruggine, pertanto non sorprende affatto l’ennesima soluzione mediatica a un problema complesso, probabilmente al di là delle loro capacità, o quel che è peggio, della loro comprensione».


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