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Arengo: Loris Pierbattista
nuovo dirigente dei “Progetti speciali”

ASCOLI - Resterà in carico fino al termine del mandato del sindaco Marco Fioravanti che ha firmato il decreto di nomina dopo il concorso indetto dall'amministrazione comunale. E' il figlio di Paolo Pierbattista, difensore della Del Duca Ascoli negli anni Sessanta, prematuramente scomparso
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E’ l’ingegnere sambenedettese Loris Pierbattista il nuovo dirigente per i “Progetti speciali” del Comune di Ascoli.

Si tratta di un professionista già in forza all’Arengo che lo aveva “prelevato” (dapprima in prestito al 50%) a sua volta dal Consorzio Universitario Piceno alcuni anni fa.

Si è conclusa così la procedura (leggi l’articolo) indetta dal Comune conferire l’incarico di “dirigente tecnico a tempo pieno e determinato su posizione extradotazionale”.

Tradotto dal burocratese si tratta di una nomina a tempo, fino al termine del mandato del sindaco Marco Fioravanti, e destinata a seguire i “Progetti speciali” dell’Amministrazione come le iniziative finanziate da fondi nazionali e regionali (es. Iti1, Iti2, impiantistica sportiva…) che necessitano di gare, rimodulazioni e in generale di un complesso iter burocratico fino alla rendicontazione finale.

Definito anche il trattamento economico riservato al neo dirigente che percepirà uno stipendio tabellare annuo di 45.260,77 euro (13 mensilità) oltre a una indennità di posizione di 31.000 euro e una retribuzione di risultato di 10.000 euro in caso di raggiungimento degli obiettivi generali e specifici stabiliti dal Piano esecutivo di gestione (Peg).

Loris Pierbattista è il figlio di Paolo, ex difensore della Del Duca Ascoli degli anni Sessanta. Fisicamente un gigante, era nato a Rapagnano (Fermo) e fu un perno della difesa bianconera in quattro campionati di Serie C, dal 1966 al 1970. Fu compagno di squadra anche di Carlo Mazzone che poi divenne il suo allenatore. Venne ceduto al Prato, quindi passò alla Juve Stabia e infine alla Triestina. Morì a soli 30 anni, nel 1974, stroncato da una epatite alimentare che aveva probabilmente contratto quando giocava a Castellammare e non gli era stata diagnosticata. Lasciò la moglie e un piccolo bambino, Loris appunto.

 


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