Un anno fa, il 18 luglio 2020, ci lasciava Bruno Ferretti. Il nostro Bruno. Per il quale è complicato trovare parole per descrivere il dolore di una ferita difficile da rimarginare per la sua famiglia, i suoi amici, i suoi colleghi più stretti.
Il ricordo di quello che aveva fatto nel corso della sua lunga carriera giornalistica lo lasciamo a chi lo conosceva e aveva avuto la fortuna di apprezzarne le qualità. E anche a chi ne aveva magari sentito solo parlare attraverso un racconto, un pensiero, un aneddoto.
Cronache Picene – l’ultima testata dove Bruno si era speso non poco, prima fondandolo con alcuni colleghi e poi, lui vecchio caposervizio de Il Messaggero, impegnandosi come un giovane collaboratore alle prime armi – redigendo ogni giorno articoli, servizi e interviste anche quando le forze purtroppo non lo assistevano più.
Bruno era ancora giovane. Non aveva ancora compiuto 67 anni. Ha lasciato un vuoto incolmabile, impossibile da descrivere da chi gli è stato accanto, nella vita privata e in quella lavorativa.
Di Cronache Picene è stato direttore editoriale e, anche negli ultimi giorni, non smetteva mai di dare consigli e suggerimenti per migliorare il prodotto.
Ecco perchè coloro che hanno scelto di continuare a seguire questa strada hanno l’assoluto obbligo di rispettare questo input. E’ un dovere.
Proprio attraverso Cronache Picene, la famiglia ringrazia tutti coloro che in questi dodici mesi le sono stati vicini.
E, aggiungiamo, un grazie anche a chi ha pensato a Bruno almeno una volta. Sono tanti, ne siamo certi.
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