di Luca Capponi
«È un mito».
Il commento più gettonato quando si parla di Agron Dalla. E non potrebbe essere altrimenti. L’uomo dei palleggi infiniti. Senza scarpe. Coast to coast. Da Porto d’Ascoli a San Benedetto. Tra i suoi piedi la palla non cade mai. Un miracolo, quasi. Che però si ripete. Due, tre volte alla settimana. Da anni. Uno così, mito lo è a prescindere. Perché ti fa innamorare di quello che fa. Il bello è che forse nemmeno se ne rende conto. Ma qui non c’entra il calcio. C’entra la vita.
Ecco, dunque, che questo lontano parente di Lucio Dalla (proprio così, poi spiegheremo come e perché), oltre ad attirare curiosità e stupore, durante la sue temerarie traversate ha colto l’attenzione di Stefano Romani, musicista da sempre, ex account manager di Poste Italiane (in pensione) oggi videomaker per passione con la sua Sr Video Promotion.
Stefano è rimasto incuriosito da Agron (chi non lo sarebbe), tanto che dopo averlo riconosciuto lo ha avvicinato e gli ha chiesto il permesso di poterlo filmare durante una delle sue imprese balistiche, in cui oltre alla perizia tecnica, alla coordinazione ed alla destrezza, c’è bisogno di prontezza nell’evitare lettini, giochi e tutti gli ostacoli del…bagnasciuga.
«Non si capacitava di tanta attenzione ed interesse nei suoi confronti -racconta Romani-. Fatto sta che il giorno dopo averlo conosciuto, sabato 31 luglio, ci siamo dati appuntamento e siamo partiti. L’ho accompagnato dalle 17,08 fino alle 18,30. Per compiere 4,5 chilometri circa palleggiando ha impiegato un’ora e 22 minuti. È stata una bella avventura. Non solo immortalare le gesta di Agron ma anche cogliere le reazioni delle persone. Da chi resta disinteressato a chi ostenta fastidio fino a quelli che lo guardano ammirati, lo seguono, lo incitano, che per fortuna sono la maggioranza».
Il video, appena uscito sul canale YouTube di Sr Video Promotion, in poco più di 3 minuti ci conduce nella storia di Agron. Nato 67 anni fa in Albania, sposato con due figli, non ha mai giocato a calcio a livello professionistico. E già qui ce ne sarebbero da dire sulla tenacia e sulla sua abilità. Oltre al pallone, ama la cioccolata e la bicicletta.
Il resto è lo stesso Stefano a raccontarlo.
«Diciannove anni fa Agron fu colpito da un infarto -dice-. Il suo cardiologo gli ha consigliato di fare attività fisica per recuperare la salute ed avere una buona qualità della vita. Da allora ha cominciato a palleggiare per tenersi in forma, dapprima sul balcone del suo appartamento, poi in spiaggia. Da sempre sono incuriosito dai personaggi locali, se la storia mi cattura cerco di scovarli e riprenderli per portarli alla giusta attenzione, e con Agron è stato così. Non poteva essere altrimenti. Lui è un brav’uomo, una persona a modo e alla mano, un vero esempio».
Dunque, merito a Stefano che ha voluto fissare su supporto le gesta di Agron, consegnandole così non solo a chi non lo conosce, ma a anche e soprattutto ai posteri. Un’opera di (ri)scoperta che sta compiendo anche sulla sua città natale, Ascoli, attraverso un’apprezzata playlist dove trovano spazio vecchi filmati, documentari, trasmissioni e servizi tv dedicati alle cento torri, rarità restaurate dopo tante ricerche, per un lavoro di portata storica oltre che culturale.
Conclusione, però, inevitabilmente dedicata ad Agron, anche per chiarire ciò che molti, leggendo questo articolo, si stanno chiedendo. Sì, Agron è davvero parente del grande Lucio Dalla. Il nonno di suo padre e quello del papà di Lucio, infatti, erano fratelli. Il primo, però, restò in Albania, mentre il secondo emigrò in Italia nel 1902. Ma questa è un’altra storia.
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