Una panchina contro la violenza, come ce ne sono ormai in tutti i comuni italiani e del Piceno, anche piccolissimi, diventa della “discordia” a San Benedetto.
Due schieramenti. L’assessore alle Pari Opportunità del Comune di San Benedetto e candidata alle prossime elezioni, Antonella Baiocchi, ed il gruppo Nos, progetto civico cittadino che sostiene il centrosinistra, sempre nella prossima competizione elettorale (le foto inviate a corredo della nota stampa sono logate con simbolo e nome di Aurora Bottiglieri).
Il motivo del contendere. “La violenza non ha sesso”, per l’assessore Baiocchi che in questo modo connota la panchina, rafforzando il pensiero esposto in un suo libro. «Prima panchina italiana contro la violenza oltre il genere. Detta in parole povere la violenza non ha sesso né colore! Inaugurata a San Benedetto del Tronto ieri. Idea mia progetto Ciatdm e Pietra Barrasso che è l’artista che ha ideato il simbolo ed dipinto la panchina».
Sul libro della Baiocchi: «Il testo riflette sui tanti fatti che stanno emergendo quotidianamente, fatti che ci fanno comprendere come forme di violenza, e non solo psicologiche, appartengono, sempre più diffusamente, anche al mondo femminile».
Per il coordinamento cittadino invece “il femmicidio esiste” e le istituzioni devono contrastare “violenza di genere e prevaricazione dell’uomo sulla donna, endemiche nella nostra società”: «La panchina rossa – ha commentato il gruppo Nos – è ormai da anni il simbolo contro la violenza sulle donne; a nostro avviso appropriarsene e usarlo per un’iniziativa “oltre il genere” significa respingere, confondere e non riconoscere il tema della violenza di genere».
Le azioni: il gruppo Nos, «donne e uomini insieme», ha applicato alle balaustre «41 fiocchi rossi recanti i nomi delle 41 donne uccise in questi otto mesi in Itali, e cartelli che ribadivano la necessità di affrontare il femminicidio come urgenza. Lo abbiamo fatto nel rispetto dei luoghi e dell’opera dell’artista coinvolta, aggiungendo semplicemente un punto di vista tramite innocue decorazioni e piccoli cartelli su un palo».
«L’assessore Baiocchi ha tolto tutto – è sempre il coordinamento femminile che parla – non appena ci siamo allontanati, l’assessore è tornato sul luogo e ha provveduto personalmente a strappare tutto ciò che avevamo allestito, nonostante non arrecasse alcun danno o impedimento e fosse solo una pacata protesta. L’immagine di un assessore alle pari opportunità che, dopo aver inaugurato una surreale targa alla memoria del proprio mandato, straccia i nomi di 41 vittime di femminicidio è qualcosa che mai avremmo pensato di dover vedere ma, a ben pensarci, ottimamente rappresenta il percorso politico di questi cinque anni di amministrazione nei quali ogni sforzo è stato fatto per negare ogni forma di prevaricazione maschile. Non possiamo che condannare il brutto gesto e sperare che questo sia davvero l’epilogo di una parentesi destinata a chiudersi presto».
m.n.g.
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