I pollini di Ambrosia
di Claudia Brattini
La nostra costa adriatica è protagonista di un fenomeno alquanto anomalo ed eccezionale: picchi di concentrazione di pollini di Ambrosia, un genere che comprende diverse specie infestanti fra cui l’Ambrosia artemisifolia. Questa pianta si sviluppa molto nei terreni incolti e fa parte delle cosiddette pollinosi emergenti che provoca nei soggetti allergici reazioni particolarmente intense. Il trasporto eccezionale di questi pollini – la cui presenza abbonda tra Ungheria e Serbia – sta allertando da alcuni anni gli operatori dei vari centri di monitoraggio della rete POLLnet che indagano e approfondiscono anche questi fenomeni.
Nadia Trobiani, biologa Arpam
Come illustra Nadia Trobiani, ascolana e biologa del centro regionale aerobiologia del dipartimento provinciale di Ascoli e referente della Rete PollNet: «Il monitoraggio pollinico è importante non solo per le allergie ma anche come controllo continuo delle specie vegetali con particolare attenzione all’invasione di specie aliene, dannose per il nostro ecosistema».
Dai Balcani i pollini di Ambrosia hanno percorso una lunga distanza e raggiunto la costa Adriatica nord-orientale e le pianure retrostanti sospinti dai venti che trasportano il particolato atmosferico.
Il fenomeno è arrivato a far registrare nelle centraline marchigiane Arpam picchi eccezionali: segnale di un allarmante cambiamento climatico in atto. Nelle regioni dell’Est Europa (in particolare Ungheria e Serbia) è nota, inoltre, la presenza massiccia di questa pianta, dove trova le condizioni ideali per crescere e poi diffondersi riuscendo a percorrere lunghe distanze sfruttando grandi masse d’aria e producendo effetti potenziati dagli inquinanti atmosferici. «L’incremento registrato lo scorso settembre – spiega Trobiani – è stato messo a confronto con le concentrazioni medie dei dati storici delle varie stazioni e in ognuna è stato appurato inequivocabilmente un picco anomalo rispetto ai trend precedenti».
Questo evento eccezionale è registrato, unitamente al consueto e routinario monitoraggio aerobiologico, perché incluso in tutti quei fenomeni eccezionali che investono i nostri territori come ad esempio le ceneri vulcaniche o la sabbia del deserto. Si auspica che si accresca la rete di coordinamento e collaborazione anche con le società scientifiche internazionali affinché si possano mettere in atto processi di bonifica e controllo sul territorio.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati