di Gianluca Ginella
Omicidio di Rosina Carsetti, il nipote tenta la carta dell’interrogatorio nella speranza di essere scarcerato ma il gip respinge la richiesta. Nel corso dell’udienza ha puntato il dito contro il nonno, incalzato dalle domande del gip. Intanto è stata fissata l’udienza preliminare, che si svolgerà il 19 novembre al Tribunale di Macerata.
Dopo l’interrogatorio c’è stato il cambio nella difesa di Enrico Orazi: il marito di Rosina da qualche settimana è assistito dall’avvocato Barbara Vecchioli, una mossa legata alle dichiarazioni fatte dal nipote.
Enea Simonetti, 21 anni, nipote di Rosina Carsetti, è accusato insieme alla mamma Arianna Orazi, e al nonno Enrico (la cui posizione è ritenuta più marginale) di aver ucciso la nonna il 24 dicembre dello scorso anno nella villetta di Montecassiano (Macerata), dove vivevano.
Dopo che il pm Vincenzo Carusi ha chiuso le indagini, i legali di Enea, gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli (che assistono anche Arianna) hanno chiesto di fare un interrogatorio per il giovane chiedendone la scarcerazione in base a quanto emerso dalle perizie dei Ris (sui vestiti di Rosina è stato trovato il solo Dna di Enrico Orazi) e dall’autopsia.
Per la difesa da queste perizie sarebbero emersi elementi tali da ritenere l’estraneità di Enea al delitto, da qui la richiesta di interrogatorio allo scopo di poter arrivare alla scarcerazione. Il 30 settembre scorso (ma la notizia si è appresa oggi) Enea è comparso davanti al gip Giovanni Manzoni, presente anche il pm Carusi.
Nel corso dell’interrogatorio, in base a quanto emerso, Enea ha dato la sua versione dei fatti (non ha comunque più parlato della storia del rapinatore) e ha indicato il nonno come autore del delitto. Una dichiarazione che il nipote ha fatto pressato dalle domande del giudice, il giovane ha detto che i famigliari gli avrebbero riferito che il responsabile del delitto sarebbe Enrico Orazi.
«Questo quanto ha dichiarato – conferma l’avvocato Romagnoli – ma quello che è successo dovrà essere il processo a dirlo. Nell’interrogatorio ha inoltre confermato il fatto che non era a casa quando si è verificato l’omicidio. L’ordinanza con cui è stata respinta la richiesta di scarcerazione dice che ci sono ancora troppi dubbi per accogliere tale richiesta, dice che ad oggi il quadro non è chiaro». In seguito all’interrogatorio «Sono emersi profili che differenziano le posizioni degli indagati, in virtù di ciò c’è stato un avvicendamento nella difesa di Enrico Orazi» dice l’avvocato Barbara Vecchioli.
Per il delitto della 78enne il processo si avvicina. Il 19 novembre ci sarà l’udienza preliminare, una tappa tecnica prima della fissazione del processo di Corte d’Assise (non è possibile chiedere il rito abbreviato per il reato di omicidio premeditato).
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