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Medicina ad Amandola, Pochini (Pd):
«La Regione pronta a bacchettare
invece che a collaborare»

SANITA' - Sul caso, "esploso" a seguito di un'interrogazione consiliare dell'opposizione, il vice sindaco del paese montano interviene in qualità di segretario del locale Circolo dei Dem: «Chiediamo che Saltamartini intervenga nei confronti dell’Area Vasta 4 e del suo direttore Roberto Grinta, che non è mai venuto a vedere la struttura»
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Nel riquadro, Giuseppe Pochini

 

di Maria Nerina Galiè

 

Continua a far discutere la struttura provvisoria che a Amandola dovrebbe ospitare il reparto Medicina: pronta da un anno ancora non entra in funzione. Perché? A far “esplodere” il caso, un’interrogazione di consiglieri comunali di opposizione nell’ultimo Consiglio. Alla risposta, con la quale il sindaco Adolfo Marinangeli ha attribuito la responsabilità ad Asur e Regione Marche, non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale Filippo Saltamartini.

Filippo Saltamartini

Ed a quest’ultimo è rivolto l’intervento di Giuseppe Pochini, vice sindaco di Amandola e segretario del circolo del Partito Democratico del paese montano.

“Si resta stupiti e sconcertati – sono le parole di Giuseppe Pochini – nel leggere certe dichiarazioni dell’assessore regionale alla Sanità, Saltamartini.
Ogni volta che interviene sull’apertura della struttura che dovrebbe ospitare temporaneamente il reparto di medicina di Amandola, spostato nel 2016 a Fermo a causa del terremoto, sembra che lo faccia con in mano la “bacchetta” del censore, per evidenziare che manca sempre un tassello.
Adesso sembra che manchino altre certificazioni e che la responsabilità sia tutta e solo del Comune di Amandola mentre la Regione e l’Area Vasta 4, che nonostante le tante lettere di invito non hanno mai fatto incontri in tal senso, sembrano fremere per la sua inaugurazione e apertura con una nuova sbandierata volontà politica.
Sembra di rivivere l’esperienza di fine 2017, inizi 2018 per riportare in Amandola, da Montegranaro, la Rsa: allora il problema è stato anche la mancanza di un campanello all’interno della camera mortuaria della Rsa, poi la mancanza di un montalettighe e altro.

Luca Ceriscioli

Di fronte a questa serie di rilievi tecnici, intervenne in maniera costruttiva la Giunta regionale ed il suo presidente Ceriscioli con precisi atti e azioni, nel rispetto pieno delle leggi e regolamenti, consentendo l’apertura della struttura e concedendo, in quella circostanza, un periodo per la realizzazione di quegli interventi.
Ora, invece – afferma il segretario del circolo amandolese del Pd – si preferisce solo puntare il dito contro il Comune, come se esso fosse un qualunque privato che chiede l’accreditamento della struttura, anziché intervenire per garantire, in spirito di collaborazione tra Enti, il giusto supporto concreto al fine di restituire quanto prima al territorio montano un servizio fondamentale. La volontà politica, se è tale, deve tradursi in fatti. Altrimenti, si tratta solo di parole al vento.
Va con forza ricordato che la decisione di realizzare una struttura provvisoria per riportare il servizio di medicina in Amandola fu assunta, a metà del 2018, in Regione in sede di conferenza di servizi e con voto unanime, affidando al Comune l’incarico di realizzarla per conto della Regione, dell’Asur e dell’Area Vasta 4.

Il Comune di Amandola, quindi, nella sua unica funzione di partner dell’iniziativa e non di “impresa esterna”, come oggi viene assurdamente trattato, ha svolto e svolge, in sinergia e condivisione, tutte le attività decise, insieme, in Conferenza dei Servizi”.

“Noi come circolo del Pd di Amandola – è sempre Pochini che parla – speriamo e ci auguriamo che alle parole seguano fatti chiari e concreti, come attuato dalla precedente Giunta Ceriscioli, senza distinzioni politiche e guidati solo da un forte senso di responsabilità istituzionale e di leale collaborazione tra Enti.
Invitiamo quindi l’assessore Saltamartini a porre in essere azioni concrete a supporto del territorio e dell’Amministrazione di Amandola e non solo parole o bacchettate per presunte mancanze. Chiediamo che intervenga nei confronti dell’Area Vasta 4 e del suo direttore Roberto Grinta, che non è mai venuto in Amandola a vedere la struttura, affinché abbiano ad operare fattivamente per l’apertura, quanto prima, del servizio unanimemente deciso.
La vera politica che si interessa della gente supera gli eventuali problemi con azioni e fatti. Non si ferma alle parole o alla ricerca strumentale di errori”.

 


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