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A rischio la guardia medica
di Comunanza, il sindaco: «Contrasteremo
con forza questa decisione»

SANITA' - La scelta potrebbe essere fatta giovedì 9 dicembre, a causa della carenza di medici. Cesaroni: «Si tolga una sede ad Ascoli, lì c'è l'ospedale». Picciotti, direttrice del Distretto Sanitario: «Potenziato il servizio di emergenza e garantita adeguata assistenza per le patologie "tempo dipendenti"»
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di Maria Nerina Galiè

 

Carenza di medici: a farne le spese anche le aree interne del Piceno, dove potrebbe essere ridimensionato o addirittura eliminato il servizio di continuità assistenziale, meglio noto come guardia medica.

L’argomento sarà al centro del comitato aziendale di medicina generale, con il direttore del Distretto Sanitario di Ascoli Giovanna Picciotti, il direttore generale di Area Vasta 5 Cesare Milani e rappresentanti dei medici di medicina generale.

«Se accadesse, siamo pronti a contrastare la decisione in tutti i modi», tuona Alvaro Cesaroni, sindaco di Comunanza, sede di guardia medica per i comuni della sponda ascolana dell’Unione dei Sibillini, da non più di 5 anni.

Alvaro Cesaroni

«Ho saputo di questa eventualità – aggiunge Cesaroni – da fonti di Area Vasta 5. E ritengo che sia una scelta scelerata. Inutile parlare di ripartenza, da sisma e pandemia, nelle nostre zone già in difficoltà se si toglie un servizio così essenziale per i cittadini, come la continuità assistenziale- 

Non ci sono i medici? – continua il sindaco di Comunanza – Che si tolga una guardia medica ad Ascoli. Ce ne sono tre in un territorio che, è sì più popoloso, ma non più vasto dell’area montana. Poi lì c’è anche un ospedale con un Pronto Soccorso.

A Comunanza, ma anche a Montemonaco, parlo infatti a anche a nome degli altri sindaci interessati, chi c’è per una necessità dei cittadini, la notte e nei festivi? Per un bimbo con la febbre alta o per qualsiasi altra cosa? Deve andare ad Ascoli, affrontare magari neve e ghiaccio. E’ assurdo.

Non possiamo accettare che si decida sulla Sanità, basandosi sul numero dei residenti e non sulle caratteristiche di un territorio e sulle sue particolari esigenze e criticità». 

Conferma la fondatezza dei timori di Cesaroni, la dottoressa Giovanna Picciotti, direttore del Distretto Sanitario di Ascoli: «Giovedì, nel comitato aziendale per la medicina generale, decideremo con i rappresentanti dei medici che erogano il servizio come garantirlo nei 21 comuni con 5 medici in turno anziché con 6». 

Giovanna Picciotti

Poi spiega l’origine del problema: «La guardia medica è un servizio domiciliare e le visite domiciliari sono comunque garantite. La ricezione delle chiamate, dal 1999, è a cura del 118 che le trasmette ai medici di continuità assistenziale in turno. Per averne 6, in turno, servono 29 medici mentre oggi ne abbiamo 8 a tempo indeterminato e 16 a tempo determinato. Tre dei 16 se vanno perché entrati in specializzazione. E non si trovano sostituti».

Ed ancora la dottoressa Picciotti: «La continuità assistenziale è una “attività di attesa”, come è per i Vigili del fuoco o altri servizi essenziali che nessuno potrebbe pensare di togliere o ridimensionare. 

Ma il numero dei medici in turno è uguale a quello precedente l’istituzione del servizio del 118 avvenuta nel 1999 e, da allora, la continuità assistenziale garantisce nei festivi e di notte le prestazioni urgenti erogate di giorno dai medici di medicina generale. Tutte le emergenze sono garantite dal 118.

Negli ultimi anni è stato enormemente potenziato il servizio di emergenza e sono garantiti tempi adeguati per le patologie  “tempo dipendenti” come infarto cardiaco, ictus cerebrale e traumi maggiori.

Dai dati di attività della continuità assistenziale, raccolti nel corso degli anni emerge come l’attivazione ed il miglioramento del sistema di emergenza-urgenza abbia prodotto una riduzione di attività per la continuità assistenziale».


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