di Salvatore Mastropietro
L’attuale situazione pandemica ha occupato totalmente il dibattito pubblico da ormai quasi due anni a questa parte. Fino a quando lo farà non è per il momento dato saperlo, ma è intanto possibile tentare di immaginare i tanti interrogativi che il panorama politico e sociale si troverà ad affrontare nell’ormai prossimo futuro. Tra questi c’è il tema della crisi demografica, che inizia a premere in maniera abbastanza preoccupante sul “Bel Paese”. E a ciò si legano inevitabilmente anche tutte le riflessioni che da tempo vengono fatte sulla famiglia, intesa come istituzione sociale, e su questioni collegate come il numero di matrimoni e divorzi.
Relativamente alla città di Ascoli nel 2021 c’è stata una fisiologica ripresa sotto questo aspetto. Sono all’incirca 170 i matrimoni, mediante riti civili e religiosi, celebrati sotto le Cento Torri rispetto all’ultimo anno solare. «Rispetto al 2020 – commentano dall’Ufficio Anagrafe e Stato Civile – c’è stata sicuramente una grande crescita, riguardante in particolar modo il numero di matrimoni civili. Cio è dovuto anche al fatto che tante coppie che avrebbero dovuto sposarsi lo scorso anno hanno deciso di farlo nel 2021».
La crescita riguarda non solo il 2020, ma anche il 2019, quando erano stati appena 154 i matrimoni registrati. Da dati ISTAT, tuttavia, è possibile osservare un sostanziale declino osservato negli ultimi anni, che riguarda in particolar modo le funzioni di rito religioso. Si è passati dai 221 del 2011 (156 religiosi e 65 civili) ai 198 del 2014 (144+44), fino ad arrivare per l’appunto ai circa 170 complessivi del 2021. Un decremento lento ma costante, che riflette anche nel capoluogo una tendenza osservata un po’ ovunque in Italia.
Se da una parte crescono i dati dei matrimoni, hanno anche ripreso piede anche separazioni e divorzi. La crescita rispetto al 2020 è dovuta anche in questo caso alle varie misure di contrasto alla pandemia. Davanti all’Ufficiale di Stato Civile cittadino ne sono stati conclusi nel 2021 un totale di 21. «È bene, però, specificare – si sottolinea – che il dato non comprende i procedimenti conclusi in Tribunale e per mezzo degli avvocati».
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