Nella vicina Val Vibrata (Teramo), a pochi chilometri da Ascoli e dal confine piceno, i Carabinieri (territoriali, del nucleo ispettorato del lavoro, Forestali) hanno chiuso un borsettificio all’interno del quale hanno trovato ben sedici lavoratori in nero e rilevato il mancato rispetto delle norme in materia di salute e di sicurezza. Denunciati il datore di lavoro, una donna, e un lavoratore risultato clandestino in Italia.
I militari dell’Arma hanno rilevato anche la non corretta applicazione dei protocolli anti covid e il mancato possesso di green pass da parte di 14 persone. Al momento del blitz i lavoratori erano 19, di cui solo tre in regola. Tutti cinesi. Come la donna che gestiva il borsettificio che produceva e assemblava borse di famose griffe. Sedici le persone senza un contratto di lavoro.
La donna denunciata dovrà rispondere anche della mancata redazione del “documento di valutazione dei rischi, formazione e informazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro dei lavoratori” e delle mancanze di nomina del medico competente, delle misure antincendio, della pulizia dei luoghi di lavoro, dell’ impianto elettrico e della cassetta di primo soccorso.
Tra i lavoratori anche un cinese in stato di clandestinità sul territorio Italiano: è stato accompagnato alla Questura di Teramo per le procedure di espulsione.
Oltre alla chiusura del borsettificio e alle denunce, sono scattate anche le sanzioni per il mancato possesso dei green pass. Complessivamente sono state elevate sanzioni amministrative per 78.620 euro, di cui euro 9.200 per sanzioni covid e 16.000 euro di ammende.
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