Il fascicolo elettronico al posto di “Cure primarie”: «Tra costi e benefici, necessario allinearsi al sistema nazionale»

SANITA' - Lo afferma Remo Appignanesi, direttore sanitario Asur. Lo strumento informatico andrà a sostituire quello che era in dotazione della sola Area Vasta 5, spiazzando nella fase inziale medici e pazienti abituati ad avere i dati sotto mano in tempo reale. «Non posso biasimare  per le proteste. Si sarebbe dovuta dare una migliore informazione. Il "vecchio sistema ha innumerevoli pregi, ma dal 2005 ora le regole sulla privacy sono più restrittive»
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Il dottor Remo Appignanesi

 

di Maria Nerina Galiè

 

“Cure primarie” addio, medici e cittadini devono farsene una ragione «perché c’è stata una gara aziendale ed ha vinto un altro applicativo, in base a precisi requisiti nazionali tra cui il rispetto, ormai imprescindibile, delle norme sulla privacy».

Lo dice il dottor Remo Appignanesi, direttore sanitario Asur Marche, che ammette: «”Cure primarie”, che ha solo l’Area Vasta 5, è stato l’antesignano del fascicolo sanitario elettronico e del collegamento telematico tra territorio e ospedale. Ma dal 2005 (anni in cui è entrato in funzione per vincere, l’anno dopo, un premio del Presidente della Repubblica, ndr) sono cambiate molte cose a livello normativo.

C’è l’esigenza di allinearsi con il sistema nazionale. E le Marche, su questo fronte, sono già in ritardo. E’ riduttivo dirlo, ma è stato proprio a causa del Covid se si è “perso tempo”».

 

Ed ancora, il direttore Asur: «Non posso biasimare i medici, per le proteste. Si sarebbe dovuta dare una migliore informazione, piuttosto che farli ritrovare dall’oggi al domani con in mano un applicativo diverso. Ci sarà una fase di switch. Faremo dei corsi di formazione».

 

Massimo Esposito

Quanto dice Appignanesi è anche frutto di una riunione che si è tenuta in Area Vasta 5 tra i vertici della Sanità picena, dal direttore Massimo Esposito ai direttori dei Distretti sanitari del Piceno, ed i rappresentanti sindacali di medici di medicina generale, di guardia medica ed i pediatri di libera scelta.

 

E’ questa la categoria che più utilizzava “Cure primarie” abbinata all’app “Smart4Med” per avere sotto mano, in tempo reale, tutti i dati dei pazienti ed i risultati degli esami, trovandosi adesso “spiazzati” per non avere più accesso ai dati, che invece dovranno essere forniti dall’utente.

 

«In realtà – sottolinea il dottor Appignanesi – il cittadino che accede al suo fascicolo tramite spid o la carta d’identità elettronica, può decidere quali dati rendere accessibili al medico che lo ha in cura. Ci sono dei campi appositi per autorizzare, tutto o in parte».

 

Entrando infatti nel Fse, è possibile visualizzare, ad esempio, la sezione dedicata al Covid, dove sono inseriti i dati relativi alle vaccinazioni, al contagio – se c’è stato – ed al certificato di guarigione.

Si legge: ” Gentile utente,  benvenuto nell’area di accesso al servizio di gestione del consenso al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Da questa pagina potrai accedere al sistema per la registrazione del consenso essenziale per la consultazione del tuo FSE da parte degli operatori sanitari che ti prenderanno in cura.

La colonna “Confidenzialità” contiene i codici di riservatezza, utilizzati per garantire che le informazioni non siano rese disponibili o divulgate a persone, entità o processi non autorizzati secondo le politiche applicabili. I valori ammessi sono:  Normal: Questo livello di riservatezza può essere associato a documenti che contengono dati sanitari di varia natura; Restrict: Questo livello di riservatezza può essere associato a documenti che contengono dati sanitari potenzialmente confidenziali”.

 

Ma quali sono le sostanziali differenze tra “Cure primarie” e il nuovo fascicolo sanitario elettronico?

«”Cure primarie” – risponde il direttore sanitario Asur –  è un database che riproduce lo storico di un paziente, è certamente più flessibile, ma è solo per Area Vasta 5. Lo strumento, sviluppato in via sperimentale, ha avuto i suoi indiscutibili vantaggi. Ma le Marche si dovevano allineare al resto del territorio nazionale. Il nuovo fascicolo riporta tutti i risultati degli esami fatti in qualsiasi struttura del servizio sanitario italiano ed anche di quelli svolti in laboratori privati (il sistema si sta integrando in tal senso, ndr).  Alcuni servizi sono già stati assorbiti dal nuovo applicativo aziendale e quelli non più visibili su “Cure primarie”».

 

Al momento si parla di esami del sangue, mentre i referti di diagnostica specialistica sono ancora visibili su “Cure primarie”. Si dovrà aspettare ancora un po’ per poter leggere comunicazioni inerenti eventuali accessi al Pronto Soccorso, ricoveri e dimissioni. 

Per capirne il motivo, si riporta quanto spiegato sul portale del fascicolo sanitario elettronico si legge: “Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente. Le informazioni presenti nel Fascicolo del cittadino vengono fornite e gestite dalle singole regioni”.

Ed ancora: “Il Fascicolo Sanitario Elettronico passa attraverso la costruzione anche dell’infrastruttura tecnologica”,  il Sistema Informativo Rete del Territorio (Sirte) “che include: cartella clinica; cartella web dei medici di medicina generale, servizi territoriali (ad esempio l’ADI, l’RSA, i consultori, il sistema dei trasporti programmati), i Percorsi Diagnostico Terapeutici Integrati.
Il disegno finale della Regione prevede l’integrazione tra il Sirte, le diverse cartelle specialistiche distribuite sul territorio ed il Fascicolo Sanitario Elettronico. Si tratta di integrare effettivamente l’ospedale con il territorio e realizzare la continuità della cura fornendo ai diversi professionisti socio-sanitari una visione unitaria e integrata del quadro e della storia clinica del paziente”.

 

«Sirte – precisa Appignanesi – dovrà essere affiancato da un dossier ospedaliero, fino ad ora attivo solo nell’Area Vasta 2 (Jesi, Senigallia, Fano), che comunica tramite fascicolo il referto del pronto soccorso, il ricovero e le dimissioni. Questo sta comportando anche il cambio dell’interfaccia con cui si inseriscono i dati in un sistema che è ancora in fase di rodaggio. Ci saranno certo delle criticità che pian piano verranno risolte. Entro l’anno sarà attivo in tutte le Marche».

Parliamo di consenso, non per tutti è così semplice accedere al Fse e autorizzare il medico curante a leggere i dati.

«Il consenso può essere anche telefonico. Sarà poi il medico a registrare l’autorizzazione, questo nell’ottica di un rapporto medico utente che ancora, in molte zone, è quasi “familiare” oltre che di piena fiducia», evidenzia Remo Appignanesi.

Il medico poi, se non è al corrente di tutta la storia clinica del paziente, corre il rischio di andare “fuori strada” con la diagnosi: «Ovviamente saranno previste delle forme di tutela per il medico, il cui percorso di cura sarà affiancato da diciture del tipo: “In base alle informazioni che ho a disposizione”».

Dottor Appignanesi, ma è proprio escluso che “Cure primarie”, visto che lo ha solo l’Area Vasta 5, resti in funzione?

«Il sistema “Cure primarie” si basa sempre su una raccolta del consenso, ma l’adeguamento e la manutenzione non sono possibili avendo altri sistemi aziendali. Ora le regole, rispetto al 2005, sono più restrittive. Inoltre, come detto, il nuovo applicativo è vincitore di gara d’appalto. Non possiamo tenerne in piedi due. Anche “Cure primarie” ha partecipato alla gara, senza però vincerla ».


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