Crisi Pd, tuona l’onorevole Alessia Morani: «Non siamo tutti colpevoli allo stesso modo»

LA DEPUTATA dem marchigiana fa il punto della situazione ricostruendo ciò che è avvenuto da settembre 2020 al commissariamento del Pd Marche: «Ne prendo atto senza commentare, ma è utile che si sappia come siamo arrivati qui»
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Il momento nero che sta attraversando il Partito Democratico nelle Marche ha indotto Alessia Morani, deputata dello stesso Pd, a fare il punto della situazione e ripercorrere ciò che è accaduto da settembre 2020 a oggi, al commissariamento del Pd Marche da parte di Enrico Letta con l’onorevole Alberto Losacco, dopo le dimissioni dell’onorevole Matteo Mauri. Ecco cosa dice la parlamentare, alla Camera dal 2016, membro della Commissione giustizia dopo essere stata sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico (Mise) dal 2019 al 2021 nel Governo Conte II.

 

Alessia Morani

«Penso sia doveroso nei confronti degli iscritti ed elettori del partito democratico delle Marche ricostruire ciò che è avvenuto nell’ultimo anno e mezzo dopo la sconfitta alle elezioni regionali. A settembre 2020, come è noto, il Pd delle Marche ha riportato una sconfitta elettorale molto pesante alle elezioni regionali. Non mi soffermo sulle cause socioeconomiche di cui ho ampiamente parlato lo scorso anno, ma su quelle politiche.

Un partito profondamente diviso e gruppi dirigenti inadeguati ci hanno portato ad una sconfitta elettorale storica.
Mi aspettavo che il giorno dopo la sconfitta l’allora segretario regionale Giovanni Gostoli si dimettesse senza alcun indugio e convocasse gli organismi affinché ne prendessero semplicemente atto.

A quella “botta elettorale” e’ seguito il silenzio. Dopo 3 mesi dalla sconfitta, a dicembre 2020, e dopo ripetute richieste e raccolte di firme, Gostoli ha convocato l’assemblea regionale e supportato da un’ampia maggioranza (di cui la sottoscritta non ha orgogliosamente fatto parte insieme ad Antonio Mastrovincenzo ed altri) non ha lasciato la segreteria rimanendo in quell’incarico per un anno.

In seguito a quella decisione (ma anche prima per la verità) ho iniziato a chiedere ripetutamente il commissariamento del Pd delle Marche ritenendo che il gruppo dirigente marchigiano non fosse in grado da solo di trovare una via d’uscita alla drammatica situazione in cui ci trovavamo. La maggioranza che ha chiesto e votato per la permanenza di Gostoli alla segreteria mi ha detto che il commissariamento era un errore ed una umiliazione per il Pd Marche.

Ho formulato, purtroppo inascoltata, questa richiesta di commissariamento anche in una direzione nazionale direttamente all’allora segretario Nicola Zingaretti il quale ha deciso di non occuparsi delle Marche.
Da dicembre 2020 abbiamo iniziato allora a chiedere la convocazione del congresso regionale. Sempre la stessa maggioranza ci ha detto che il congresso andava fatto più avanti e potevamo, perciò, tranquillamente ancora “allegramente” proseguire con Gostoli. Siamo arrivati in queste condizioni “pietose”all’estate del 2021: finalmente con due assemblee regionali abbiamo deciso di celebrare il congresso a dicembre 2021 (a un anno e 3 mesi dalla sconfitta elettorale).

Data stabilita 19 dicembre. I candidati erano Antonio Mastrovincenzo e Augusto Curti. La segreteria nazionale (nel frattempo Enrico Letta è diventato segretario dopo le dimissioni di Zingaretti) ha chiesto, quindi, a Mastrovincenzo e Curti di rinviare il congresso per trovare una soluzione unitaria tra loro ed ha nominato Matteo Mauri commissario per il congresso. Questo tentativo di composizione unitaria non ha sortito il risultato auspicato. A quel punto, dopo una serie di consultazioni nel gruppo dirigente marchigiano, viene proposta Irene Manzi come possibile sintesi unitaria.

Per verificare la praticabilità di questa candidatura è stata convocata una riunione del medesimo gruppo dirigente già consultato ad Ancona sabato 5 marzo alla presenza di Marco Meloni, coordinatore della segreteria nazionale, e Matteo Mauri. La prima ad intervenire alla riunione è stata Manuela Bora che ha annunciato la sua candidatura al congresso poiché non era d’accordo su Irene Manzi. Quindi, era chiaro fin da subito che il congresso sarebbe stato tra Manzi e Bora.

Dopo l’intervento della Bora si sono susseguiti molti interventi e tutti (ad eccezione del segretario della Federazione di Ancona) hanno convintamente sostenuto la candidatura di Irene Manzi. Nei giorni successivi alla riunione abbiamo appreso dalla stampa che Augusto Curti si sarebbe presentato come candidato al congresso regionale (giova ricordare che Curti era intervenuto a favore della candidatura di Irene Manzi insieme ad autorevoli rappresentanti del Pd del Piceno che qualcuno ha definito “serio e unitario” in quel “famoso” 5 marzo).

Ieri la segreteria nazionale ha commissariato il Pd delle Marche. Ne prendo atto, senza commentare. È utile, però, che si sappia come siamo arrivati qui perché sono stanca di sentire che siamo tutti “colpevoli” allo stesso modo.
I fatti sono questi e potete giudicare in autonomia come siamo finiti così a marzo del 2022.
Da settembre 2020 a marzo 2022. Non ho altro da aggiungere».

 

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