di Claudio Felicetti
Oltre 80 residenti e due associazioni si sono costituiti parte civile, ieri 29 marzo 2022 al Tribunale di Ascoli, nel secondo processo sui miasmi nauseabondi del depuratore consortile di Campolungo che da anni ammorbano l’abitato di Villa Sant’Antonio di Ascoli e Castel di Lama.
Una delle manifestazioni contro i miasmi a Castel di Lama
Il processo vede come unico imputato il responsabile tecnico di Picena Depur, Danilo Ciancio, accusato del reato di “getto pericoloso di cose” (cioè le emissioni puzzolenti in atmosfera provenienti dall’impianto), ieri in aula insieme al suo legale, l’avvocato Giuseppe Le Pera di Roma. In apertura, il giudice Barbara Bondi Ciutti, nonostante l’opposizione del legale di Ciancio, ha ammesso la costituzione in giudizio di ottanta residenti della popolosa frazione e della sezione ascolana di Legambiente, rappresentati dall’avvocato Anna Laura Luciani, dell’associazione Cittadinanzattiva patrocinata dall’avvocato Antonella Carosi e di altri residenti, tutelati dall’avvocato Caterina Fossari.
L’avvocato Luciani ha poi chiesto che venga chiamato in causa il responsabile civile, cioè la ditta Picena Depur, gestore fino a l’altro ieri dell’impianto di Campolungo che da anni crea disagi alla popolazione. Il giudice ha accolto la richiesta fissando la nuova udienza al 19 luglio prossimo, quando si aprirà il dibattimento.
Lo stesso impianto consortile, che dal primo aprile prossimo dovrebbe essere trasferito in proprietà alla Ciip, è anche l’oggetto dello scontro senza precedenti tra Piceno Consind e AAto 5 (Autorità dell’Ambito territoriale ottimale, l’organismo di indirizzo e controllo in materia di acque). In un clima incandescente, l’ente presieduto da Domenico Procaccini, ha dato mandato all’avvocato Vito Iorio di Roma di presentare ricorso al Tar contro il decreto dell’AAto firmato dal vice presidente Nicola Loira (il presidente Sergio Fabiani è decaduto) in cui si disponeva il passaggio dei beni di Piceno Consind al Servizio idrico integrato (Ciip) dal prossimo primo aprile. Tutta la partita potrebbe comunque riaprirsi, anche in considerazione del rinnovo dei vertici di AAto (scaduti) e Ciip (a giugno).
Scintille anche tra Consind e Picena Depur, il cui rapporto è di fatto terminato ieri tra le recriminazioni reciproche. Venerdì scorso, il Comitato direttivo dell’ente ha infatti affidato alla ditta “Sviluppo Tecniche Ambientali Srl” di Colonnella “parte dell’attività gestionale del depuratore consortile di Campolungo e delle reti ad esso afferenti per un periodo, al momento, non superiore a una settimana decorrente dal 28/03/2022”. Il Consind è deciso ad andare fino in fondo sulla gestione appena terminata. In tal senso, ha conferito all’avvocato Iorio anche l’incarico “di impugnare il lodo arbitrale notificato al Piceno Consind il 20.12.2021, riguardante la vicenda debitoria con l’appaltatore del servizio di fognatura e depurazione, la società “Picena Depur Srl”, innanzi alla Corte di Appello”.
Insomma, una guerra senza esclusione di colpi. Consind, dopo una valutazione delle attuali condizioni dell’impianto avvenuta alla presenza del proprio legale, reclamerebbe circa 8 milioni di euro di danni, mentre Picena Depur vanterebbe un credito per il servizio svolto di circa 25 milioni. Discorso a parte per gli undici dipendenti ora senza lavoro, che dovrebbero essere riassorbiti dalla nuova gestione.
E sempre ieri, in un clima acceso, si è svolta la riunione dell’Assemblea consortile di Piceno Consind, che ha discusso e approvato il bilancio di previsione 2022. Il dibattito ovviamente è stato condizionato dalle ultime vicende del consorzio. Venti i voti a favore, 6 i contrari (due per Ascoli, San Benedetto, Comunanza, Castel di Lama e Montemonaco), un astenuto (Grottammare).
Cla.Fe.
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