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Una vita dedicata alla natura: è morto Franco Perco, ex direttore del Parco dei Sibillini

AVEVA 83 anni e si era trasferito a Montelupone da tempo. Oggi si è spento nella sua Trieste per una malattia. Il sindaco Rolando Pecora: «Uomo di grandissima cultura e di profonda umanità». Sergio Fabiani, ex sindaco di Montegallo ed ex presidente della Provincia di Ascoli: «Ho avuto l’onore di collaborare con lui, di apprezzare le sue qualità, i suoi suggerimenti, una gran brava persona»
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Franco Perco, ex direttore parco nazionale Sibillini

 

di Monia Orazi

 

Amava definirsi “zoologo progettista” Franco Perco, morto questa mattina ad 83 anni nella sua Trieste, dopo una malattia. Era stato direttore del Parco nazionale dei Sibillini dal 2010 al 2016, era un luminare del settore della gestione faunistica italiana. Nelle Marche aveva lasciato il cuore, da circa un anno dopo essere andato in pensione, aveva scelto di abitare a Montelupone (Macerata), dove è stato negli ultimi anni. Aveva due lauree, una in Giurisprudenza, l’altra in Scienze naturali. Iniziò l’esperienza di gestione di cervi e caprioli nel Parco nazionale d’Abruzzo dove fu responsabile della reintroduzione di queste specie. E’ stato anche per 10 anni direttore dell’osservatorio faunistico di Pordenone aveva contribuito a fondare il Wwf del Friuli Venezia Giulia, aveva progettato e gestito anche aree protette e venatorie. Sui Sibillini era arrivato nel 2010 per poi giungere al termine del mandato proprio nell’anno del terremoto.

 

«È morto un grande uomo e un un caro amico – dice il sindaco di Montelupone, Rolando Pecora –. Franco Perco, ottimo direttore, per molti anni, del Parco dei Monti Sibillini, da qualche tempo aveva scelto di risiedere a Montelupone. Abbiamo condiviso molti eventi e tantissime idee. Uomo di grandissima cultura e di profonda umanità, uomo sagace e ironico. Sono stato onorato della sua amicizia. Ciao Franco». Era un uomo disponibile ed ironico nel ricordo del dipendente del Parco dei Sibillini Alessandro Rossetti: «Ciao Franco grande maestro di natura e di acuta ironia, nemico della banalità ci mancherà la tua franchezza».

Domenico Ciaffaroni

 

Tanti i messaggi di cordoglio da tutta Italia per questa figura di naturalista appassionato e competente che era una pietra miliare nel settore faunistico, docente e scrittore. «Una persona unica, un grande signore di altri tempi», lo ricorda Domenico Ciaffaroni della comunità del parco; gli fa eco il sindaco di Castelsantangelo, Mauro Falcucci: «Abbiamo perduto non solo un illustre zoologo progettista come amava definirsi, ma soprattutto un signore con una grande umanità. Un onore averlo conosciuto e aver collaborato con lui».

 

Carlo Ambrosi lo ha così ricordato: «Preparatissimo, eclettico e ironico come tutte le persone di spiccata intelligenza, sembrerà strano a molti ma con lui se ne va l’anima libera di un profondo innovatore».

 

Sergio Fabiani

L’ex sindaco di Montegallo ed ex presidente della Provincia di Ascoli, Sergio Fabiani: «Ho avuto l’onore di collaborare con lui, di apprezzare le sue qualità, i suoi suggerimenti gran brava persona».

 

Così lo ricorda il maceratese Giovanni Lattanzi: «Ci siamo incontrati quando sei venuto al Parco nazionale Monti Sibillini come direttore. Mi ricordo le discussioni, i ragionamenti non sempre eravamo d’accordo, ma poi alla fine si trovava un comune sentire per l’amore dei Sibillini, territorio che hai cominciato a conoscere piano piano e te ne sei legato». L’entusiasmo e la passione che aveva per la natura sono sottolineati da Mauro Ferri: «Nei miei pensieri sta sempre esplorando meravigliandosi della bellezza della natura e continuando a innervosirsi per le mancanze, le omissioni di chi evitava le responsabilità nei confronti di una gestione migliore. Era il nostro decano nazionale della gestione faunistica, precursore di una razionale gestione degli ungulati selvatici, ispiratore di appassionati e formatore di competenze a tutti i livelli ma soprattutto l’amico di tanti di noi, di una lunga rotta vista di tante iniziative e battaglie».

 

Così lo ricorda Federcaccia nazionale: «Un grande studioso amico e cacciatore ci ha lasciati. E’ stato uno dei pionieri della gestione faunistica venatoria italiana, soprattutto nel campo della caccia di selezione, del controllo selettivo nonché della fruizione delle aree naturali. Si è occupato di pianificazione di alcuni ambiti venatori, di molte aree protette, della reintroduzione della starna, dello stambecco, del camoscio, del capriolo , del cervo e dell’introduzione del muflone. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni e monografie sugli ungulati e sulla fruizione naturalistica».


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