di Gaetano Rinaldi
(presidente Italia Nostra-sezione di Ascoli)
Sembra che nel programma delle Cave approvato dalla Regione Marche sia compresa quella che dovrebbe essere attivata nella frazione di San Pietro a Cagnano di Acquasanta Terme. Senza voler discutere sulla validità economica di questa eventuale attivazione, sia per quanto riguarda la qualità del travertino estratto, sia per i benefici che potrebbero derivare per la località in termini di occupazione, è invece quanto mai opportuno elencare i danni che l’opera produrrebbe sull’integrità di un sito ricco di pregi ambientali, naturalistici, paesaggistici, storici e probabilmente anche archeologici.
Senza dimenticare i danni che potrebbero esser arrecati alle falde di acque sulfuree che consentono la presenza delle sorgenti che sgorgano nella sottostante zona di Santa Maria, nei pressi del famoso maniero di Castel di Luco. Va rilevato, infatti, che il sito di San Pietro di Cagnano, pur a breve distanza dal capoluogo Acquasanta, si distingue per il rilevante pregio paesaggistico. Infatti dal verde pianoro della località è possibile ammirare uno spettacolare panorama a 360 gradi che, partendo dalle cime della catena dei Monti Sibillini, si estende al misterioso profilo del Monte dell’Ascensione, per permettere poi di allargare lo sguardo lungo la Valle del Tronto sino all’azzurro del Mare Adriatico, prima di restare colpiti dal fascino degli incombenti rilievi dei Monti Gemelli, per concludere il tour fascinoso con la magica visione dei Monti della Laga e della Macera della Morte.
Inoltre l’eventuale cava dovrebbe essere realizzata a breve distanza dai confini del Parco dei Monti della Laga e del Gran Sasso, in un’area probabilmente soggetta a tutela paesaggistica. Va poi rilevato che il sito di San Pietro di Cagnano è probabilmente ricco di reperti archeologici, tanto è vero che sembra che proprio in questa zona furono rinvenuti delle tombe ostrogote del V secolo d.C. e dove, a parere di studiosi del territorio, potrebbero essere presenti anche reperti di epoca romana.
Proprio in questa zona pare fosse presente il centro abitato di San Pietro de Portica con una chiesa dedicata a San Pietro e con annesso un convento di cui probabilmente sono ancora presenti resti delle fondamenta. Cosi come l’attivazione della cava forse potrebbe determinare la distruzione di un’antica casa colonica che appare degna di una attenta tutela. Così come determinerebbe la distruzione di una romantica ed ecocompatibile strada che dovrebbe essere sostituita con una nuova da realizzare più a monte, quasi nei pressi dei confine del Parco dei Monti della Laga.
Per tutti questi motivi si ritiene che, prima dell’eventuale autorizzazione all’attivazione della cava, si debbano effettuare rigorosi accertamenti sulla compatibilità dell’opera da parte della Soprintendenza di Ancona.
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