«Solidarietà a Matteo Salvini, ancora una volta bersaglio di odio e violenza. Il Partito Democratico prenda le distanza da un gesto che infanga la pace e fomenta odio», così il commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti.
«Ieri il capogruppo del Pd marchigiano ha sfilato baldanzoso per le strade di Perugia e Assisi in nome della pace, ma a distanza di qualche ora sui suoi canali social ha pubblicato una foto di Matteo Salvini e Marine Le Pen a testa in giù – dichiara Marchetti – si tratta dell’ennesimo atto di incoerenza che testimonia quanto Mangialardi sia l’emblema di una sinistra ipocrita e meschina. È vergognoso che si invochi la pace ma si continui ad alimentare odio – attacca – auspico che il Partito Democratico non solo prenda le distanze, ma che assuma anche i provvedimenti adeguati contro chi, nella Regione Marche, è il primo rappresentante del partito, nonché candidato governatore alle scorse elezioni regionali. In un momento in cui l’Europa si trova stretta nella morsa di una guerra che sta dilaniando un popolo – incalza Marchetti – tutta la politica dovrebbe dimostrare solidarietà e rispetto, accantonando sterili polemiche di cattivo gusto. Mangialardi si è reso protagonista di una pagina imbarazzante e vergognosa della politica – conclude il Commissario della Lega – dimostri almeno di avere un minimo di buonsenso: chieda scusa e si dimetta».
Anche l’assessore regionale Giorgia Latini (Lega) interviene con una nota: «Parole violente, inaccettabili dal consigliere regionale Pd, ora partito prenda provvedimenti» dice esprimendo una «ferma condanna per un gesto simile. Non meriterebbe alcuna visibilità, ma occorre prendere posizione nei confronti di chi si dice nemico della violenza e poi usa parole violente. Non si può invocare piazzale Loreto nascondendosi dietro i valori della Resistenza. Ci perdono tutti, questo non è difendere la libertà. Credo che il partito del consigliere Mangialardi ora debba prendere seri provvedimenti per condannare questo gesto». Latini ha poi espresso solidarietà a Salvini e Le Pen «faccio i miei complimenti a quest’ultima per il bel risultato democraticamente ottenuto alle presidenziali francesi: ha raccolto il voto di 13 milioni di persone, una percentuale mai vista in passato».
«Non ho alcuna intenzione di prestarmi alla polemica di un Matteo Salvini che, in confusione politica per l’irreversibile tracollo di consenso personale, cerca di strumentalizzare un mio post per guadagnare qualche ora di celebrità» scrive il capogruppo regionale del Pd Maurizio Mangialardi in merito alle accuse rivoltegli dal segretario nazionale della Lega e dalla Lega Marche.
E aggiunge: «Solo la lettura fuorviante del leader della Lega e dei suoi epigoni locali poteva interpretare in modo così distorto il significato di un post che voleva solamente sottolineare l’importanza storica della vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi. Qualche giorno fa, infatti, in un talk show serale, proprio Salvini aveva parlato della grande opportunità che avrebbe rappresentato un eventuale successo di Marine Le Pen per “ribaltare” gli equilibri in Europa- spiega il capogruppo dem – l’affermazione di Macron, invece, ha letteralmente “ribaltato” Marine Le Pen e le speranze dello stesso Salvini. Da qui il significato del mio post. Ogni altra interpretazione è totalmente lontana dal mio sentire. So bene – conclude Mangialardi – come Salvini e i leghisti marchigiani, i quali non hanno mai disdegnato i voti delle formazioni dell’estrema destra, vivano con grande disagio la Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, visto che non hanno mai fatto mistero di non riconoscersi nei valori della Resistenza e della Costituzione. Con l’odierna boutade non hanno fatto altro che confermarlo, cercando di inquinare questa giornata con una polemica che non ha nessun fondamento. In ogni caso confermo a Salvini che oggi pomeriggio sarò in piazza con tante altre persone e con la bandiera della pace. E gli garantisco anche che nessuno di noi indosserà una maglietta con l’effigie di Putin. Quella la lasciamo volentieri a lui e ai leghisti».
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