Peste suina: «Con il caso di Roma, è allarme rosso in tutto il Centro Italia»

COLDIRETTI MARCHE ribadisce con forza quanto sia urgente e necessaria l’adozione di misure immediate per il contenimento massivo dei cinghiali: «A rischio l’intero comparto suinicolo regionale, le eccellenze che da esso derivano e la norcineria». Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa è stato delegato dal ministro Roberto Speranza alla trattazione e alla gestione dell’emergenza
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cinghiali«Arriva da Roma l’allarme dei focolai di peste suina africana sui cinghiali, come in Piemonte e in Liguria e ora anche il Centro Italia inizia a tremare». A richiedere la dovuta attenzione è Coldiretti Marche che ribadisce con forza quanto sia urgente e necessaria l’adozione di misure immediate per il contenimento massivo dei cinghiali.

 

«Il rischio è quello di uno tsunami economico per gli allevamenti suinicoli e conseguentemente per i prodotti trasformati. Oltre agli ormai inestimabili danni alle colture, all’ambiente, alla biodiversità e al rischio per le comunità provocati dall’abnorme numero di cinghiali che invadono le nostre campagne e le nostre città, dobbiamo registrare oggi questa emergenza sanitaria molto vicina ai nostri confini – ha precisato Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – Abbiamo più volte sollecitato l’impellente necessità della loro drastica riduzione numerica, attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo in base all’articolo 19 della legge 157/92 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

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Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Marche

 

La peste suina si diffonde attraverso i cinghiali e anche se non è trasmissibile agli esseri umani, colpisce i maiali ed è altamente contagiosa e letale. Rischiamo oggi che l’emergenza si allarghi e metta a serio rischio l’intero comparto suinicolo marchigiano, le eccellenze che da esso derivano e la norcineria».

 

«Una vera e propria emergenza che coinvolge anche altri settori – prosegue Coldiretti – di fronte a un caso conclamato di peste suina, come già avvenuto in Piemonte e in Liguria, le misure di contenimento arrivano a prevedere il divieto di raccogliere funghi e tartufi, le attività di pesca e perfino il trekking e le passeggiate in mountain bike e tutte le altre attività che potrebbero portare a un’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti. Un danno, quindi, non solo al settore zootecnico ma anche a tutta l’economia del bosco, delle delle aree interne e del turismo. Per questo Coldiretti Marche torna a chiedere l’attivazione immediata di tutte le forme di controllo per arginare innanzitutto la proliferazione incontrollata di questi ungulati».

 

«In quest’ambito – commenta Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – occorre mettere in campo ogni iniziativa utile a fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti suinicoli, monitorando attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno dell’intero comparto».

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Andrea Costa

 

Nel frattempo, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa è stato delegato dal ministro Roberto Speranza alla trattazione e alla gestione dell’emergenza della Peste Suina africana, con l’obiettivo «di porre in essere e monitorare la realizzazione di attività di contenimento ed eradicazione della Peste suina africana nei cinghiali e di promuovere azioni di prevenzione della sua diffusione nei suini di allevamento», fanno sapere dal ministero della Sanità. Il Sottosegretario Costa, sarà, insieme al Commissario Straordinario Angelo Ferrari, in costante raccordo con il Segretariato generale e le Direzioni generali del Ministero della Salute interessate, con il supporto tecnico e amministrativo della Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari.

 

«Ringrazio il Ministro Speranza per la fiducia dimostrata nell’affidarmi la trattazione di una tematica così delicata e decisiva per il comparto suinicolo non solo dal punto di vista sanitario ma anche economico – dichiara Costa-. Con il Commissario Straordinario siamo già al lavoro per attuare azioni e misure opportune ed efficaci per contenere la diffusione del virus. Ciò è reso possibile anche grazie al fondamentale e prezioso contributo dei nostri Istituti zooprofilattici sperimentali, eccellenza italiana e internazionale, ad oggi coinvolti nella sorveglianza e nello studio del fenomeno».


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