Ascoli capitale italiana della cultura: “Italia Nostra” fa le pulci al dossier

IL PROFESSOR Gaetano Rinaldi, presidente della sezione ascolana di Italia Nostra ha di nuovo scritto al sindaco Marco Fioravanti. Argomento il riconoscimento poi sfumato sul filo di lana. Le iniziative da privilegiare rispetto a quelle indicate: ecco le proposte
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di Gaetano Rinaldi

 

(presidente Italia Nostra di Ascoli)

 

Ecco il testo, inviato oltre che al primo cittadino, anche al presidente della Provincia Sergio Loggi, all’assessore regionale Giorgia Latini, alle Associazioni locali culturali e di tutela, ai presidenti nazionale e regionale di Italia Nostra.

 

«La  complessità del dossier elaborato per la candidatura di Ascoli capitale italiana della Cultura 2024” richiede una attenta lettura per individuare lo spirito informatore delle numerose e interessanti proposte formulate, che, pur nella loro sostanziale eterogeneità, appaiono per lo più  volte a privilegiare l’attività promozionale di tutto il territorio, compreso quello marginale delle aree interne e montane, intenzione ben evidenziata dalla intestazione data al dossier “ La Cultura muove le Montagne “. Rientra certamente in questa prospettiva anche il coinvolgimento di tutte le comunità e Amministrazioni del territorio provinciale. Dalla lettura del dossier appare evidente l’intenzione della valorizzazione delle risorse esistenti con la promozione della conoscenza resa più accessibile ed immediata utilizzando gli strumenti atti a creare “un ecosistema innovativo in cui la realtà fisica e quella digitale interagiscano per creare valore aggiunto in modo da proiettare il territorio sullo scenario global, attraverso la trasformazione digitale culturale in grado di attrarre e promuovere processi di fruizione integrata”.

 

Gaetano Rinaldi

Ma non è certo che queste scelte, pur valide, possano esser sufficienti ad avviare un processo propulsivo di sviluppo in grado di interrompere la deprivazione demografica, sociale ed economica che da tempo sta impoverendo insieme alle aree interne anche il centro storico della nostra splendida città. A proposito delle proposte di Renzo Piano per la rivitalizzazione dei Centri Storici e delle aree marginali, questo fenomeno, che peraltro condiziona anche città ben più importanti come Roma, Venezia, Firenze e Parigi, va contrastato, come sostiene l’architetto, “riportando in centro chi ama la musica, i libri, la pittura, costruendo auditorium, centri di ricerca, musei, il lavoro, l’artigianato, la scienza, i mestieri d’arte”. Insomma la rivitalizzazione delle aree interne e dei centri storici può avvenire non limitandosi alla promozione dei luoghi con strumenti più moderni, bensì riempiendoli di attività che favoriscano la presenza fisica delle persone invogliate a trattenersi per più tempo nel territorio e a non limitarsi a forme di sterile veloce escursionismo.

 

Analizzando le varie proposte formulate nel dossier, deve riconoscersi che una parte di queste va esattamente nella direzione sopra indicata.  Si tratta quindi di privilegiare nelle scelte  da effettuare quelle che permettano  la realizzazione di strutture, botteghe, laboratori che si pongano come un’attrattiva per soggetti dotati di attitudini creative favorendone la permanenza prolungata nel territorio, onde creare le condizioni per la creazione di nuovi posti di lavoro per interrompere il fenomeno di progressiva deprivazione demografica, economica e sociale evitando così che diventi realtà la previsione infausta del calo di abitanti nella nostra città e della completa desertificazione delle aree interne.

 

Il sindaco Marco Fioravanti

Queste le proposte, già formulate dalla Sezione Italia Nostra di Ascoli, e ciò che occorre fare per avviare un solido processo di rivitalizzazione del centro storico della città e delle aree marginali

 

Senza  volere ricordare le nostre proposte per la realizzazione di innovativi Centri di produzione culturale, per certi aspetti forse troppo avveniristici,  nell’area di San Pietro in Castello, nel Teatro Filarmonici, nello spettacolare Palazzo Sgariglia, per cui sono state fatte scelte che, bisogna riconoscere, poco hanno inciso sulla processo di rivitalizzazione della città, occorre segnalare nel dossier gli interventi che mirano effettivamente al conseguimento di obiettivi nel senso da noi suggerito e di quanto indicato come necessario da Renzo Piano per rivitalizzare  i centri storici e le aree marginali. Occorre citare, in particolare, la progettualità del cosiddetto “Distretto Culturale Evoluto” per la creazione di “Centri di Alta Formazione” mediante l’attivazione di laboratori di innovazione a base culturale; la realizzazione della “Casa dei Maestri” da far diventare un struttura permanente magari utilizzando alcune delle tante chiese chiuse al culto (ad esempio quella di San Giuliano, utilizzata impropriamente quale deposito di mobili, o di San Salvatore di Sotto restaurata e poi lasciata nel più completo abbandono e degrado) dove maestri  organizzino corsi residenziali per le attività di loro competenza (fotografia, poesia, agricoltura di qualità, architettura, filosofia, scultura, musica, ebanisteria, ecc.); la realizzazione della “Fabbrica del Cinema” con il coinvolgimento del regista Giuseppe Piccioni e Ada Gentile, del fondamentale Istituto  Musicale Spontini; la creazione dell’Orchestra Sinfonica Giovanile sulla falsariga di quanto realizzato in Venezuela con il cosiddetto metodo Abreu, prevedendo in pari tempo l’organizzazione stabile di un Festival delle Orchestre Sinfoniche Giovanili  da far esibire nelle spettacolari Piazze del territorio Piceno (Piazza del Popolo di Ascoli, Piazza del Popolo di Offida) oltre che nella fantastica Cava Giuliani di Colle San Marco, dotata di un’acustica eccezionale; la realizzazione di un “Centro di Alta Formazione Musicale” (studiando la possibilità di istituire, nelle modalità da individuare, un Conservatorio Musicale non tradizionale) facendo di Ascoli una vera e propria “Città della Musica” con il coinvolgimento dell’Istituto Musicale Spontini, dell’Associazione ascolipicenofestival, della Società Filarmonica Ascolana, del Coro Ventidio Basso e di tutte le scuole musicali presenti nel territorio, comprese le tradizionali bande musicali di cui andranno favorite un’assidua preparazione e una continua esibizione.

 

Una funzione produttiva per il Palazzo Saladini Pilastri

 

Ultimo accenno al prestigioso Palazzo Saladini Pilastri. Nulla da obiettare naturalmente sul valore sociale dell’intenzione di destinare il grandioso edificio ad attività di carattere sociale e del terzo settore (Centro Direzionale del Terzo Settore, Polo Sanitario Solidale, Residenze “Dopo di Noi”, Albergo e Ristorante Etico, Sede dei Servizi Sociali comunali). Ma è da chiedersi: questa destinazione in quali termini e modi potrebbe contribuire a creare nuove opportunità di lavoro e favorire la presenza nella città di un numero enorme di visitatori in forma residenziale? Non si potrebbe utilizzare per queste funzioni un edificio magari meno spettacolare come il contiguo vecchio Distretto Militare?

Per quanto ci riguarda, è solida la convinzione che la realizzazione nel Palazzo Saladini Pilastri di un “Centro di lingua e cultura italiana” (una sorta di Università per stranieri come quelle di Perugia e Siena) riservata ai cittadini di origine italiana sparsi nel mondo (sono oltre 65 milioni) meglio contribuirebbe a dare una risposta alla esigenza di creare nuova occupazione e a rivitalizzare la città. Naturalmente una parte dell’edificio potrebbe essere utilizzato come sede di un ristorante e di un albergo etico fruibile dai tanti sicuri fruitori dei corsi residenziali di lingua e cultura italiana».


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