Restaurato il “Monumento al Pescatore”, simbolo della città 

SAN BENEDETTO - L'intervento era previsto nel 2020, per il ventesimo anniversario della morte dell'autore, Cleto Capponi, ma il Covid ha rallentato 
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A poche settimane dall’anniversario della morte di Cleto Capponi, avvenuto a Grottammare il 24 giugno 2000, il corno del Monumento al Pescatore è stato finalmente restaurato.

 

Nella stessa occasione è stata ricollocata una “mattonella” (riportante il nome dell’autore e l’anno di realizzazione dell’opera, era il 1977) staccatasi e custodita, provvidenzialmente, da Romeo Capriotti responsabile dell’ufficio Lavori Pubblici del Comune di San Benedetto.

 

Tutto nasce da un progetto, realizzato grazie al determinante contributo della Fondazione Carisap, per celebrare, nel 2020, i venti anni della scomparsa dell’artista.

 

Il covid ha scompigliato le carte e oggi possiamo dire che questo ultimo atto – fortemente voluto anche da Sigismondo Capriotti artigiano, artista e principale realizzatore del restauro – chiude definitivamente il cerchio.

 

Prima di oggi il progetto ha visto varie fasi come la realizzazione di una piantina in cui sono indicate le opere pubbliche di Cleto Capponi, civili e religiose, visibili sul territorio (oltre al Monumento al Pescatore, anche il Monumento alla Vela, il crocifisso in ceramica di Grottammare,  i pannelli in ceramica nella chiesa del Cuore Immacolato di Ascoli , il portale in rame del Duomo di Ripatransone, più altro ancora).

 

Successivo passaggio del progetto è stato l’allestimento di uno spazio “genius loci” permanente dedicato a Cleto Capponi (in compagnia di altri prestigiosi artisti: Adolfo De Carolis, Pericle Fazzini, Andrea Pazienza, Tullio Pericoli) ideato da Nazzareno Cicchi, direttore dei musei civici, presso il Mic (Museo Illustrazione Contemporanea) di Grottammare.

 

Il restauro del corno, più volte annunciato ma ora realizzato, è stato frutto di un lavoro complesso e altamente professionale che ha visto la partecipazione di diverse persone che, ognuna per le sue competenze, lo hanno reso possibile: Sigismondo Capriotti e, con lui, Davide De Iulis, Cesare D’Antonio, Gianluca Traini come supervisore ed il servizio foto e drone di Pierluigi Alessandrini. Poi anche l’assessore Lina Lazzari, del Comune di San Benedetto, il responsabile  Lavori Pubblici Romeo Capriotti, Riccardo Papili.

 

Il simbolo di San Benedetto del Tronto torna alla dignità che merita. Un’opera d’arte che da 44 anni rappresenta non solo il mondo dei pescatori ma l’intera città.


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