La Sibilla al Circolo cittadino

ASCOLI - Una storia lunga tremila anni e ripercorsa brillantemente dallo scrittore di Grottammare Americo Marconi. "Sala delle Coppe" gremita per l’occasione. Un ritorno alla normalità anche per le iniziative culturali, e un interesse rinnovato per una delle leggende più conosciute nate sui nostri monti Sibillini
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di Walter Luzi

 

La Sibilla fra mito e storia. Lo scrittore Americo Marconi riempie la sala delle Coppe del Circolo Cittadino di Ascoli con la sua lezione che attraversa tre millenni. Segno di interesse sempre vivo per la leggenda più popolare nata sulle nostre montagne. E voglia di ritorno alla normalità, dopo il lungo stop causato dalla pandemia, anche da parte dell’associazionismo culturale. Lo hanno sottolineato in apertura, con il loro saluto, anche gli assessori comunali Donatella Ferretti e Massimiliano Brugni. Il resto lo ha fatto Americo Marconi, un medico venuto dal mare ad appassionarsi di montagna ed alpinismo, umanista e scrittore.

 

Americo Marconi

Il locale club di International Inner Wheel lo ha voluto per illustrare la lunghissima storia della Sibilla. Che poi è la storia di tante donne, come le oltre centomila in un centinaio di Paesi nel mondo, che animano l’associazione.

 

Un tema, quello della Sibilla, affrontato da Marconi anche in una delle sue tre pubblicazioni divulgative su temi che sempre si intrecciano. Come le montagne. Quelle sacre. Delle millenarie filosofie orientali, e dei monoteismi più diffusi sulla Terra. E quelle che uniscono cielo e terra nell’abbraccio del silenzio. Monti che non sono semplici luoghi geografici, ma che assurgono a luoghi dell’anima. Attraverso sentieri e scalate in fondo ai quali possiamo ritrovare noi stessi. Parte da Delfi, in Grecia, mille anni avanti Cristo, il viaggio di Americo Marconi nel mito infinito della Sibilla. Parte dai vaticini della Pizia, sacerdotessa del dio Apollo, sulle pendici del monte Parnaso. Ambigui, criptici, oscuri come l’etimologia del suo nome. Sibilla. Che sbarca a Cuma, sulla costa campana, quattrocento anni dopo, e guida Enea, come riferisce l’Eneide di Virgilio, fin nell’Ade. E’ l’arte, con i suoi dipinti, i suoi affreschi, noti e meno noti, ad accompagnare, passo passo, la narrazione di Marconi. Perchè le inquietanti figure pagane, le orrende, cupe vaticinatrici del futuro, entrano nei decori delle chiese fin dal 400, sdoganate da Sant’Agostino, e legittimate, soprattutto, sotto il papato di Giulio II.

 

C’erano Sibille dipinte ad olio da Martino Bonfini da Patrignone anche sulle mura della chiesetta nel bosco di Santa Maria in Pantano, dove si arriva solo a piedi. Un gioiellino storico e srtistico andato, purtroppo, quasi completamente distrutto durante i terremoti del 2016 e 2017. Tante donne, di ogni età, sono venute a seguire, attentamente, la lezione di Americo Marconi. Che chiude la propria dissertazione con la Sibilla più famosa alle nostre latitudini. Quella che ha dato il suo nome alla catena montuosa più alta della regione. E con i due autori, quasi coetanei, che l’hanno celebrata nelle loro opere: Andrea da Barberino e Antoine De La Sale. “Il Guerrin meschino” del cantastorie toscano e “Il paradiso della regina Sibilla” dell’ex crociato francese hanno tramandato per secoli la leggenda della maga preveggente, bella e seduttrice, nella sua caverna sulla sommità del monte.

 

L’alone di mistero proprio di queste montagne avvolge anche il vicino lago di Pilato, con le sue tante vecchie favole e le sue maledizioni. L’antro della Sibilla è crollato con i recenti terremoti inghiottendo anche una incisione al suo interno. A.D. 1378. Anno di scisma e di antipapa. Chissà se la Sibilla li aveva predetti. E chissà se sarebbe riuscita a leggere nel futuro anche l’incubo del covid e l’orrore della guerra dei giorni nostri. Triste e incredibile ritorno all’oscuro Medioevo nel moderno e tecnologico A.D. 2022. Nelle acque del lago di Pilato ha resistito a tutto, anche all’inquinamento, alla tropicalizzazione del clima, e alle orde indisciplinate di sprovveduti gitanti domenicali, una sola, unica, creatura. Il chirocefalo. Rosso come il diavolo. Appunto.

 

 

 

 

 


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