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Ascoli, la città dei Sestieri (Le foto di ieri e di oggi)

ASCOLI - Si avvicina la rievocazione storica, e ripercorriamo la storia degli antichi quattro Quartieri cittadini, suddivisi a loro volta in Sestieri. Ne erano ventiquattro ma nel 1955, tenendo conto dell’evoluzione urbanistica, furono ridisegnati e la città venne ripartita nei nuovi sei Sestieri che ancora oggi si sfidano nella Giostra cavalleresca al Campo dei Giochi
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Cartina schematica dei Sestieri (moderni) della città. Ogni sestiere ha un suo scudo, con colori e simbolo peculiari

 

foto e testo di Gabriele Vecchioni

 

Ascoli Piceno è una città antichissima, il cui centro storico ha mantenuto la struttura compatta di origine medievale, costruita sul reticolo viario romano; nel corso del tempo, poi, l’abitato si è espanso verso la Vallata del Tronto e le aree circostanti.

Attualmente, la città risulta divisa in sestieri. I sestieri di Ascoli “nascono” nell’ormai lontano 1955, quando fu ripristinata la rievocazione storica della Quintana, per ricordare un momento importante di socializzazione molto sentito dalla popolazione, la processione e i giochi indetti per onorare il patrono della città, Sant’Emidio vescovo, protettore contro il flagello dei terremoti.

Una breve parentesi per spiegare l’origine della parola Quintana, nome scelto per indicare la gara di origine medievale effettuata da cavalieri che gareggiavano con i colori dei vari rioni. La parola deriva dalla quinta via dell’accampamento romano, che tagliava perpendicolarmente il decumano; in realtà non indicava proprio la strada ma la turma, unità tattica di cavalleria dell’esercito romano. Nello spazio ricavato tra la quinta e la sesta turmae si svolgevano le esercitazioni militari, durante le quali il bersaglio era costituito da un palo alto circa 180 centimetri. Nel Medioevo iniziò la tradizione dei tornei cavallereschi e dal francese quintaine derivò la nostra Quintana.

Lo spazio cittadino (il centro storico, l’area esterna alle mura cittadine e le aree in espansione, soprattutto quelle verso est) fu frazionato secondo l’antica suddivisione toponomastica medievale. Ripercorriamone brevemente la storia.

 

DAI QUARTIERI AI SESTIERI

 

La città medievale era divisa in quattro quartieri, a loro volta ripartiti in sei sestieri ciascuna; completavano la “pianta” diversi rioni extra moenia (fuori le mura). Come ricorda Enrico Giorgi nelle sue Riflessioni sullo sviluppo urbano di Asculum (2005), nel catasto urbano del 1381 la città risultava divista in quattro quartieri «per disposizione statutaria. Essi prendevano il nome dalle chiese più importanti, che erano state comunque edificate prima del XIII secolo d.C., ed erano il quartiere di Sant’Emidio, di Santa Maria Intervineas, di San Giacomo, di San Venanzo. I quartieri erano a loro volta suddivisi in Sestieri…».

Gli Statuti del 1377 forniscono l’elenco, ripreso dal sito web del Comune (tra parentesi sono riportati e nomi dei sestieri, molti dei quali facilmente riconoscibili dal toponimo):

 

San Venanzio [S. Venantii (1. Scadiarum, 2. Septem saliarum, 3. S. Venantii, 4. Gructarum, 5. S. Augustini, 6. Casalis novi)].

San Giacomo [S. Jacobi (1. Tribii, 2. Pedis mercati, 3. Lacus, 4. Pontis solestani, 5. S. Jacobi, 6. Portae romanae)].

Santa Maria inter vineas (Santa Bigna in dialetto) [Sanctae Mariae Inter Vineas (1. S. Francisci, 2. S. Anastaxii, 3. S. Maria Intervigna, S. Christopani, S. Petri Adami, 6. Pontis majoris)].

Sant’Emidio [S. Emidii (1. Platee, 2. Cannetarum, 3. S. Blaxii, 4. Pedis Aringhj, 5. Capitis Clavicarum, 6. Pedis clavicarum)].

 

In epoca moderna, i sestieri furono ridisegnati, tenendo conto dell’evoluzione urbanistica. La città venne ripartita nei nuovi sestieri: Piazzarola, Porta Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla, Porta Maggiore, Sant’Emidio. I loro nomi derivano dal monumento vicino più caratteristico (la piazza, la porta, la chiesa).

 

La Cartiera Papale a Porta Cartara

PIAZZAROLA – Arroccata nella parte alta della città, si sviluppa intorno alla piazzetta (plateola) da cui prende il nome, alle pendici del Colle dell’Annunziata. Sulla piazzetta era ubicata la chiesa di Sant’Angelo Minore, demolita nel 1256 (era l’Ecclesiam Sancti Angeli Minoris in Platea della Bolla papale di Alessandro IV).

Nel suo territorio (che, nel Medioevo, apparteneva ai quartieri di San Venanzo e Sant’Emidio) sorgono la splendida chiesa di Sant’Angelo Magno, purtroppo chiusa per i noti eventi sismici, le cosiddette Grotte dell’Annunziata, la Fortezza Pia (all’interno di un vasto parco urbano e alla sommità del cosiddetto Colle Pelasgico), da cui si domina il resto della città, e la Cartiera Papale, che sfruttava le abbondanti acque del Castellano (il principale affluente del Tronto) e dalla quale prende il nome il toponimo che identifica la zona, Porta Cartara.

 

Porta Romana a fine Ottocento

PORTA ROMANA – Situata nella zona ovest della città ed è attraversata dal tracciato della quarta via consolare (la Salaria) che procedeva da Roma. Il nome deriva dalla porta a due archi a sesto pieno, detta Porta Gemina e risalente al primo secolo avanti Cristo, che si doveva superare per entrare in città. Il suo territorio, nel quale sono conservati i resti del teatro romano di epoca repubblicana (I secolo AC), comprende un nucleo medioevale ben conservato con case, torri e orti (i medievali horti conclusi dei conventi e dei privati), in un disegno armonioso scandito delle sue “rue”. Appartiene a Porta Romana l’affascinante Lungotronto o Rua delle stelle (‘Rrete li mierghe per gli ascolani)

Nel sestiere si trovano, oltre alle chiese di San Tommaso e di San Giacomo Apostolo (che dava il nome all’omonimo quartiere medievale), il cosiddetto Palazzetto Longobardo, raro esempio di architettura domestica alto-medievale, e la contigua Torre degli Ercolani, una casa-torre ben conservata.

 

Foto del 1887: è ancora “in piedi” l’antica chiesa di San Biagio che dava il nome all’omonimo Sestiere (Sexterio S. Blaxii)

SANT’EMIDIO – Si sviluppa totalmente all’interno del centro storico cittadino, in un ambiente reso affascinante dalla presenza di chiese romaniche, palazzi signorili e monumenti d’epoca medievale. Impossibile ricordare qui tutte le peculiarità storiche e artistiche presenti, tra le quali spiccano la cattedrale monumentale (il Duomo) e il Battistero. Ne ricordiamo solo alcune: i due centri del potere cittadino, Piazza Arringo e Piazza del Popolo, dove i portici cinquecenteschi portano l’osservatore all’architettura di San Francesco, iniziata dopo la venuta del santo assisiate in città (1215). Degne di nota le “torri gemelle” di Palazzo Merli, e sul corso principale della città, l’elegante Palazzo Malaspina.

 

Porta Tufilla

PORTA TUFILLA – Deve il nome alla porta cinquecentesca costruita, nel secolo XVI, dall’architetto ascolano Camillo Merli su un promontorio roccioso di arenaria (di tufo, secondo una voce dialettale ascolana) nelle immediate vicinanze di Sancta Maria inter le vigne e alla quale si accedeva passando per il ponte più antico della città (sec. XI). Col tempo, il sestiere ha inglobato il suburbio nato oltre il fiume (Campo Parignano) dov’era la chiesa antica di Santa Maria in Sistella (attuale Sant’Antonio Abate). Nel suo territorio troviamo il tempietto barocco del Giosaffatti (Sant’Emidio alle Grotte, «costruita sul davanti di alcune grotte cavate nel tufo [arenaria, nda] le quali, secondo la tradizione, servirono di oratorio e di tomba ai primi cristiani, G. Gabrielli in Guida della Provincia, 1889»), che ha ospitato per secoli le spoglie del patrono cittadino (ora in cattedrale) e di fronte al quale sorge l’oratorio di San Ilario (secoli. XI-XII), sede di uno dei primi ospedali della città.

 

L’antico lavatoio pubblico nelle immediate vicinanze del Ponte Romano di Porta Solestà

PORTA SOLESTA’ – A settentrione della città, oltre le mura cittadine e al di là del corso incassato del fiume Tronto, si estende il sestiere di Porta Solestà. Vi si accede superando il Ponte romano augusteo (I secolo AC) – uno dei più grandi d’Europa per ampiezza dell’unico arco (avente una corda di 22 metri) – che permetteva di uscire dal centro urbano verso nord; la porta è duecentesca e fu costruita per difendere la città dagli antagonisti fermani. Dalla Porta si sale leggermente verso Rua delle Stelle (‘rrete li mierghie in dialetto, cioè “dietro i merli” dell’antica muratura ghibellina della città, non più rintracciabile), suggestivo itinerario che costeggia la destra orografica del fiume Tronto. Le mura di pietra che lo limitano verso l’abitato avrebbero bisogno di essere ripulite dalle opere estemporanee di ignoti writers, ma il luogo mantiene intatto tutto il suo fascino antico.

Nel Borgo (altro nome del sestiere che apparteneva, in parte, al quartiere di San Giacomo) si trovano le linee eleganti del lavatoio cinquecentesco, il Tempietto di Sant’Emidio Rosso e lo storico convento francescano di San Serafino da Montegranaro, dal quale l’agglomerato prende il nome più usato dagli ascolani, Porta Cappuccina.

 

Il Ponte di Cecco e la Fortezza malatestiana di notte

PORTA MAGGIORE – Si sviluppa verso est, alla confluenza dei fiumi Tronto e Castellano. La porta da cui prende il nome non esiste più; era stata realizzata (1586-1587) su disegno di Antonio Giosafatti vicino alla chiesa di Santa Maria del Carmine. Si tratta di un agglomerato moderno che comprende però alcuni pregevoli monumenti. Il cosiddetto “Ponte di Cecco”, che la tradizione vuole sia stato costruito in una sola notte dal poeta-astrologo Francesco Stabili (Cecco d’Ascoli) con l’aiuto del diavolo, è in realtà una costruzione romana, attraverso la quale la Salaria usciva dalla città per ”entrare” nella vallata del Tronto, verso la costa adriatica; fu minato dai genieri della Wermacht alla fine della Seconda Guerra Mondiale e ricostruito nel dopoguerra.

L’attiguo Forte Malatesta sulle sponde del Castellano, voluto dal tiranno riminese Galeotto Malatesta a metà del sec. XIV e (ri)costruito dal Sangallo («il quale trasformò la chiesa di Santa Maria del Lago in torrione, aggiungendovi altri bastioni a difesa, Guida della Provincia, 1889») e restaurato di recente; era il cassero orientale della città.

Nel territorio di Porta Maggiore è compreso il Campo dei Giochi (ex campo sportivo Squarcia), nel quale si svolge la Giostra della Quintana.

I Quartieri storici di Ascoli

 

Il centro storico della città visto (verso sud) dalla collina del Sacro Cuore

Sant’Emidio alle Grotte

Sant’Emidio Rosso, costruito sul luogo dove probabilmente avvenne la decapitazione del Santo

Via delle Stelle (‘rrete li mierghie)

Piazza Arringo chiusa dalla splendida facciata della cattedrale di Sant’Emidio. A sinistra il Battistero di San Giovanni

Palazzo dei Capitani a Piazza del Popolo

La chiesa monumentale di San Francesco è il fondale meridionale di Piazza del Popolo

Il Teatro Romano in una suggestiva immagine notturna

Il Chiostro del Convento di Sant’Antonio, a Campo Parignano


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