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Ospedale nuovo, Luigi Piunti: «Progetto imposto per motivazioni politiche»

SAN BENEDETTO - Il presidente del comitato "Io Resto Qui" disapprova la scelta del sindaco di ignorare la richiesta, sottoscritta da oltre 4.000 sambenedettesi, di ristrutturare l'ospedale esistente
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L’ospedale “Madonna del Soccorso”. In alto a destra, il presidentde del comitato “Io Resto Qui” Luigi Piunti

 

di Giuseppe Di Marco

 

C’è anche chi, a San Benedetto, un ospedale nuovo non lo vuole. O meglio, c’è chi crede che per avere una nuova struttura basti riqualificare quella esistente. E’ il caso del comitato “Io Resto Qui”, presieduto da Luigi Piunti. Secondo i membri dell’associazione, la scelta di non ristrutturare il “Madonna del Soccorso” sarebbe imposta da motivazioni politiche, mentre nessuno studio evidenzierebbe l’erroneità della proposta progettuale.

 

«Apprendiamo che il sindaco Spazzafumo sta cercando un appezzamento di terreno dove ubicare il nuovo ipotetico ospedale – dice Piunti – Noi del Comitato siamo ancora in attesa dei risultati dello studio di prefattibilità annunciato mesi fa dall’amministrazione.

 

Il forte pressing esercitato dal nostro sindaco sull’attuale amministrazione regionale spinse, in occasione dell’ultimo consiglio comunale aperto sulla sanità, il presidente Acquaroli ad effettuare pubblicamente la scioccante dichiarazione che ristrutturare il Madonna del Soccorso sarebbe stato antieconomico, dichiarazione non supportata da nessun dato tecnico e da nessuno studio.

 

La politica locale, d’imperio, ha quindi già deciso le sorti del nostro ospedale e della sanità dei sambenedettesi? Di fronte ad uno studio tecnico condotto in maniera obiettiva con criteri chiari e trasparenti noi cittadini ne accettiamo pienamente l’esito e senza obiezioni. Invece temiamo che il Sindaco Spazzafumo nasconda ai cittadini che non è stato promosso in Regione alcuno studio di pre-fattibilità e che quindi non sia stato prodotto alcun documento o relazione tecnica che dimostri che il Madonna del Soccorso non si possa rinnovare ed adeguare alle esigenze della sanità cittadina e territoriale.

 

Il nostro comitato si è costituito a suo tempo senza alcun altro interesse se non quello fare chiarezza e difendere il bene inalienabile della sanità che appartiene ai cittadini. I sanbenedettesi stanno subendo questa vicenda in maniera confusa e male informati, con la chiara sensazione che la politica locale abbia deciso di bypassare la loro volontà.

 

Ciò per noi è inaccettabile. Come può il sindaco di tutti i cittadini, con primo interesse verso la collettività e verso la loro salute, non pretendere un’analisi tecnica dettagliata sul del Madonna del Soccorso e mostrare pubblicamente gli esiti dello studio di prefattibilità sulla sua ristrutturazione o riedificazione prima di assumere un atteggiamento ad oltranza verso la costruzione di una nuova struttura ospedaliera delocalizzandola altrove?

 

Forse perché il progetto della nuova struttura è stato fatto da un suo consigliere? Lo stesso progettista che già quattro anni fa realizzò il progetto di un nuovo ospedale da costruire nella zona Fosso dei Galli, condannando il Madonna del Soccorso all’oblio? Il nostro sindaco ha quindi accettato in maniera incondizionata il progetto del suo consigliere per motivazioni politiche?

 

Nei siti indicati da Spazzafumo ci sono evidenti problemi di viabilità; per un residente della zona centro e nord della città sarebbe molto difficile arrivarci. Così anche per coloro che abitano nei paesi limitrofi costretti ad utilizzare un’autostrada sempre intasata dai continui lavori. L’uscita della A14, per i sanbenedettesi, non è di nessuna utilità cosi come si trova ora. Le vie di accesso sono: la strada statale 16 che è sempre intasata, la circonvallazione dove in alcuni momenti della giornata si formano code chilometriche, la Via San Giovanni che è già martoriata dal traffico generato dalle attività commerciali adiacenti, da quello del Centro Agroalimentare alla zona industriale di Monteprandone. Altro collegamento è la vetusta via salaria con interminabili code al semaforo di Porto d’Ascoli, e allora?

 

Fare un ospedale nuovo a Fosso dei Galli, zona priva di viabilità, richiederebbe nuove e costose infrastrutture ma a questo punto non sarebbe stato meglio realizzarlo a Pagliare? Lì almeno avremmo avuto un ospedale unico di eccellenza. Da aggiungere poi che il sito indicato dal nostro Sindaco è in zona a forte rischio di esondazione ed è zona archeologica e non si può costruire l’eliporto per questioni tecniche legate alla centrale elettrica.

 

In questa vicenda tutti noi cittadini ci dobbiamo assumere una responsabilità, dobbiamo far sentire al sindaco la nostra voce per difendere il nostro ospedale ed il nostro servizio sanitario e non dobbiamo accettare la questione passivamente. E’ grave quello che sta accadendo in barba alla volontà di 4.450 cittadini sambenedettesi che ci hanno detto e sottoscritto nei nostri gazebo, solo pochi mesi fa, che l’ospedale doveva rimanere lì dov’è.

 

Oggi più che mai, di fronte ad una politica di parte, disinteressata al bene dei cittadini, tutti noi dobbiamo documentarci, mobilitarci, lottare per difendere il nostro ospedale anche se, come prima cosa, dobbiamo pretendere di farlo rifunzionare, ripristinando fin da subito i servizi, riorganizzando i reparti, acquistando nuove attrezzature, bloccando il meccanismo perverso del depauperamento.

 

Uniamoci per difendere un diritto, una ricchezza che appartiene a tutti noi da sempre. Il Madonna del Soccorso è ti tutti e per tutti. Il nostro comitato non smetterà mai di lottare finché non verranno mantenute le promesse fatte rendicontando pubblicamente lo studio di prefattibilità. Non faremo sconti, il sindaco Spazzafumo è tenuto anche a rendere conto del proprio operato ai cittadini sulla questione sanità».


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