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Prevenzione della peste suina africana, stanziati 5 milioni per la biosicurezza degli allevamenti

VIRUS - La giunta regionale ha approvato una delibera. L’aiuto massimo previsto è di 50.000 euro per azienda
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La giunta regionale ha approvato una delibera sugli investimenti per accrescere la biosicurezza degli allevamenti di suini per la prevenzione del virus della peste suina africana. Con una dotazione di 5 milioni di euro il bando destinerà agli allevatori contributi finalizzati, dunque, ad interventi progettuali di prevenzione a livello territoriale del rischio di diffusione della peste suina africana specialmente a causa del contagio da contatto con altri animali negli allevamenti di maiali e suini.

Mirco Carloni, vice presidente della Regione Marche

Le tipologie di intervento previste riguardano ammodernamenti o nuove realizzazioni di recinzioni con reti metalliche o elettrificate. Zona filtro, cioè un’area/locale con accesso e transito obbligatorio per il personale addetto al governo degli animali e per i visitatori. Cartello ammonitore, nel caso di allevamenti con più di 300 animali, realizzazione o adeguamento di un’area localizzata in prossimità dell’accesso all’allevamento, in ogni caso separata dall’area di stabulazione e governo degli animali, con strumentazione fissa e dedicata per disinfettare i mezzi che entrano nel perimetro aziendale. Rampa fissa o mobile per il carico degli animali,  Idropulitrice per il lavaggio a pressione delle strutture; acquisto cella frigorifera.

 

I beneficiari devono essere imprenditori agricoli singoli o associati conduttori di aziende zootecniche con allevamenti di suini e/o suidi, essere iscritti all’anagrafe delle aziende agricole e alla Camera di Commercio con codice Ateco agricoli ed altri adempimenti di legge, nonché avere la disponibilità a titolo di proprietà, usufrutto,  affitto o comodato, nonché concessione demaniale o contratto di soccida, delle  superfici sulle quali si intende realizzare l’investimento.

 

L’aiuto massimo previsto è di 50.000 euro per azienda che deve corrispondere anche ad alcune priorità che il regime di aiuti prevede, come la tipologia allevamento (brado e semibrado), l’ entità dell’allevamento e del potenziale produttivo.

 


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