di Maria Nerina Galiè
Un tegola si sta abbattendo su Ascoli, dove si è consumato un dramma della disperazione che potrebbe essere collegato ad un brutta storia, con al centro presunte truffe, perpetrate in una arco temporale di oltre un anno e mezzo.
E tanti soldi di cui si sono perse le tracce, potrebbero arrivare a 500.000 euro, versati per prenotare viaggi che, però, non sono stati utilizzati per tale scopo.
Si parla, al momento, di almeno 70 persone che hanno sporto denuncia alla Guardia di Finanza di Ascoli, per un ammontare di oltre 100.000 euro rivendicati. Ma l’ipotesi è che si arriverà a superare i 150 casi. Dove sono finiti e come si potranno recuperare queste somme. Stabilirlo sarà compito delle Fiamme Gialle che stanno già lavorando sul caso. E della Procura della Repubblica del capoluogo alla quale inevitabilmente si rivolgeranno le presunte vittime. Probabilmente con una class action che sta prendendo corpo intorno ad una chat whatsapp creata appositamente.
Oltre all’auspicio di recuperare quei soldi, per molti faticosamente messi da parte per una vacanza attesa da tempo, c’è l’esigenza di informare una parte della popolazione ancora ignara del fatto che potrebbero bussare, da qui a poche settimane, alle porte di un hotel per il quale saranno perfetti sconosciuti, in quanto la loro prenotazione potrebbe non essere mai arrivata.
Ma c’è anche il dramma, appunto, di una giovane donna che ha perso la vita in circostanze inequivocabili all’interno della sua attività, l’agenzia di viaggi “Kimba” di Ascoli, il 7 agosto scorso, proprio a ridosso del clou delle partenze. Perché gli ascolani, si sa, se possono partono dopo Sant’Emidio e la Quintana. Impossibile, pertanto, non è impossibile ricollegare il tutto. Le partenze tra giugno e luglio, invece, si sono svolte regolarmente: nessuno ha avuto problemi.
Le presunte (siamo ancora nella fase investigativa) vittime, tante delle quali conoscevano da anni l’imprenditrice ed hanno pianto lacrime sincere per lei, ora sono dilaniate da sentimenti contrastanti, e si chiedono: «Perché arrivare a tanto? Perché non ha chiesto aiuto per risolvere diversamente la situazione?».
Mentre le autorità competenti fanno il loro lavoro, fioccano le testimonianze di chi si è trovato davvero in difficoltà: non solo per il danno economico. C’è anche la delusione, il sogno infranto e di cui c’era bisogno dopo anni difficili per le restrizioni imposte dal covid.
Oltre al danno la beffa, ad esempio, per una coppia partita sabato 6 agosto, diretta in Puglia. Lungo il percorso sono stati raggiunti telefonicamente dall’agente di viaggi, la quale li informava che si erano sbagliati e che la loro prenotazione, a Santa Maria di Leuca, era valida dalla domenica. Lei però li ha rassicurati, dicendo di averli sistemati per quella notte in un altro hotel a Otranto. Così hanno fatto, ma il giorno dopo, nella struttura di Santa Maria di Leuca dove pensavano di passare il resto della vacanza, la brutta sorpresa: non erano stati prenotati. E non solo, qualche giorno dopo la coppia si è vista recapitare a casa il conto della notte trascorsa ad Otranto.
Ha invece versato 20.000 euro un gruppo di sei ragazzi che a fine settembre dovevano partire per la Thailandia. Poi ci sono i voucher, per viaggi regalo di nonni ai nipoti, rivelatisi carta straccia dopo ulteriori controlli.
E’ anche emerso che uno di questi voucher, che ha esibito da un altro ascolano ad un hotel del nord Italia, era stato redatto con un banale programma word, quindi falso. Ma era solo l’inizio.
L’uomo è partito con la famiglia proprio il 7 agosto da Ascoli: un viaggio in auto di 700 chilometri e 2.750 euro già pagati. Arrivato a destinazione la terribile sorpresa: la prenotazione era stata annullata in data 30 luglio alle ore 23,30, come ricostruito in hotel, dalla cronologia del portale attraverso il quale era stata inoltrata la prenotazione. Il 29 luglio il cliente era stato inviato a recarsi in agenzia per ritirare il voucher. Praticamente il giorno dopo è stato effettuato l’annullamento e, si presume perché è di prassi in questi casi, la quota versata è stata rimborsata al professionista che ha prima prenotato e poi annullato. Inutili gli svariati tentativi dell’ascolano di rintracciare telefonicamente l’agente, il 7 agosto. Solo in serata ha saputo cosa era accaduto.
Una crociera Italia-Spagna, per un’altra famiglia, rinviata da aprile scorso per via delle ancora troppe restrizioni legate alla pandemia. E per fortuna, in quanto il tentennamento ha fatto sì che non sia stata versata l’intera somma per il viaggio, 1.800 euro, ma “solo” 450 euro di acconto. Anche qui la scoperta tutt’altro che rassicurante, confermata via mail dalla Msc Crociere: nessun acconto versato per una meta completamente diversa da quella concordata (crociera in Europa con partenza da Napoli) e non per la data richiesta – ottobre 2022- bensì per fine luglio 2023.
Episodi che promettono di essere soltanto la punta dell’iceberg e sui quali sarà fatta luce: per i clienti che vogliono sapere, per una città che rischia di essere sulla bocca di numerosi tour operator, per chi non c’è più e merita rispetto.
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