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Al Battente tanti cani in passerella

ASCOLI - Gran festa per i tanti amici a quattro zampe e, soprattutto, per i loro padroni accorsi alla sfilata di bellezza canina. In un fenomeno fra moda e business, affiora il disperato bisogno di amore nella nostra epoca 
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di Walter Luzi

 

Bau show. E’ boom di adesioni al Battente. L’area cani di un famoso grande distributore specializzato nel settore, presa d’assalto dai quadrupedi più fedeli dell’uomo. Legati ai rispettivi padroni dal guinzaglio, e dal loro affetto incondizionato per noi, cosiddetti, umani, che solo la morte potrà cancellare. Cani in passerella. Non è una novità. Anzi. L’offerta commerciale per questa appetibile nicchia di mercato in continua lievitazione, va allargandosi a dismisura. Nascono nuove figure professionali, come i dog sitter, e delegati al pet sitting e al dog walking in una selva di inglesismi inquietante. Anche sugli scaffali del piccolo supermercato di quartiere ormai possiamo trovare tutti i prodotti destinati agli animali. Persino la linea degli alimenti dietetici, o il cappottino impermeabile.

 

Pepe

Veterinari e toelettatori le categorie dei futuri nuovi ricchi, con i loro ambulatori perennemente intasati, e liste di attesa lunghe così. Perchè il cane ora è uno di famiglia, e non si bada  a spese. Altro che stare nella cuccia fuori a fare da guardia, e mangiare i nostri avanzi. Altro che stare alla catena tutto il giorno, e accoppiarsi felicemente come Natura comanda. Oggi per i nostri cari amici a quattro zampe, che ci scopriamo tutti, quasi sempre, di amare più della moglie, o del marito, la vita è cambiata. Li vogliamo “umanizzare” a tutti i costi. E vedrai, è il timore fondato, che, pian piano, fotteremo con le nostre mani, dopo la nostra, anche la loro vita.

 

Perchè li vogliamo sempre puliti e profumati, per portarceli a dormire nei nostri letti. Educati, per farli sedere a mangiare alle nostre tavole. Possibilmente muti, perché non abbaino, anche al vento, perché no, come piace tanto fare a loro dalla notte dei tempi. Perchè facciano i loro bisognini dove, quando e come preferiamo noi, sennò ci stressano. Perchè camminino al fianco con il nostro stesso passo, sennò ci indispettiscono. E poi li sterilizziamo, per il loro “bene” s’intende. Perché non ci secchino durante i loro ricorrenti periodi di irrequietezza riproduttiva. Chissà che, sotto sotto, non ci roda, e anche parecchio, il fatto che loro, con i loro simili, riescano ancora a gioire dei due piaceri più grandi della vita. Che noi, fra umani, andiamo, purtroppo, progressivamente smarrendo.

 

Non c’è più sesso, e non c’è amore, per dirla con le parole della canzone di Venditti. Non siamo più capaci di relazionarci, né di amare. Il mondo di plastica, troppo spesso virtuale, che ci hanno costruito intorno ci spinge a trovare fonti di affetto “alternative”, autentiche, disinteressate. Amori traditi, speranze deluse, il deserto, ad ogni livello, tutto intorno, ci spingono, irresistibilmente, con lo spegnersi delle passioni, o l’avanzare dell’età, verso di loro. Spesso li ereditiamo dai figli, entusiasti nel metterseli in casa, ma poi senza mai il giusto tempo a disposizione da dedicare loro. Inaridiamo ogni sentimento con gli umani, e ci sciogliamo in lacrime, o impazziamo di gioia, poi per i nostri cani.

 

Al Battente c’è stata, come detto, la sfilata dei cani al guinzaglio dei loro padroni. Quasi tutte le razze canine rappresentate, e in, del tutto inconsapevole, vetrina. C’è stata anche una classifica per categorie. E poi le premiazioni. Ma di questo non importava a nessuno. Perchè il mio cane, ognuno ha chiosato alla fine, era, comunque, il più bello di tutti. Come con i figli insomma, ogni “scarrafone” è bello a mamma sua. Gli organizzatori dell’evento, esperti nel ramo di un noto brand nazionale di educazione cinofila, si sono messi a disposizione.

 

Per “educare” o “rieducare” entrambe le razze. Per riuscirci con quella umana disperiamo, visto come è stata capace di ridurre questo mondo. E, soprattutto, di come persevera, imperterrita nell’opera di autodistruzione. Per i nostri fedeli amici scodinzolanti a quattro zampe invece, temiamo. Noi più attempati siamo arrivati, in pochi decenni, a concludere che tutto era meglio quando era peggio. Non vorremmo mai che, anche loro, debbano rimpiangere, in pochi anni, la loro vita da cani di un tempo.

 

 

 


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