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Blitz nei centri massaggi hot, sequestrato un appartamento a San Benedetto

LE INDAGINI, su scala nazionale, sono scattate nel 2019. Nei guai 22 persone di nazionalità cinese. Nel mirino degli inquirenti, anche 11 centri massaggi, diversi conti correnti bancari e alcune auto. Sulla costa picena, sono scesi in campo i militari della locale Compagnia, guidata dal comandante Francesco Tessitore
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Il sospetto degli investigatori è che nei Centri massaggi si praticassero anche attività di prostituzione: è stato questo a far scattare un’indagine, da parte dei Carabinieri della Compagnia di Assisi, estesa poi su scala nazionale e che ha visto coinvolta anche la costa picena.

 

A seguito delle risultanze dell’attività investigativa, il Tribunale di Perugia ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 22 persone di nazionalità cinese, con tanto di sequestro di 11 Centri massaggi, 4 appartamenti – uno dei quali a San Benedetto – diversi conti correnti bancari e alcune automobili.

 

Il comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto il capitano Francesco Tessitore

In campo, sempre sotto il coordinamento della Procura di Perugia e della Compagnia dei Carabinieri di Assisi, anche i militari della Compagnia di San Benedetto, guidati dal capitano Francesco Tessitore.

 

Pesanti le ipotesi di reato. Si va dall’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, della permanenza e della collocazione di manodopera di clandestini, al riciclaggio dei proventi delle illecite attività. C’è anche il sospetto di presentazione di false documentazioni alle autorità di pubblica sicurezza, al fine di ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno.

 

L’indagine è scattata nel luglio del 2019 ed ora si è passati alla fase operativa. Al vaglio degli inquirenti alcune inserzioni online con delle giovani donne seminude. E i numeri di riferimento avrebbero condotto i Carabinieri ai Centri massaggi dove venivano indirizzati i vari clienti. Al microscopio degli investigatori ci sarebbero anche delle collaborazioni esterne usate, presumibilmente, per confondere le acque.

 

I Carabinieri hanno ascoltato diversi “clienti” che avrebbero raccontato le diverse modalità con cui si svolgevano gli incontri e a chi finivano i soldi. Si parla di circa 1.000 euro al giorno per un singolo Centro, e con un giro complessivo pari a circa 350.000 euro.

 

L’indagine, oltre che nel Piceno e nel Fermano, ha riguardato anche le province di Perugia, Lodi, Verona, Bologna, Firenze, Prato, Arezzo, Teramo e Brindisi.

 

 

 


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