Erano accusati di truffa per aver venduto azioni di Veneto Banca, istituto in liquidazione coatta amministrativa dal 2017, per un totale di 120.000 euro. Azioni che successivamente avevano completamente azzerato il proprio valore.
Il tribunale di Ascoli
I bancari Enrico Liviero (59 anni di Padova), Enrico Moretti (61enne di Civitanova) e Giorgio Fini (57enne di Lapedona, in provincia di Fermo), all’epoca direttore della filiale di Ascoli, sono stati assolti in primo grado dal giudice Alessandra Panichi, al termine dell’inchiesta del sostituto procuratore Mara Flaiani.
I tre erano finiti nel mirino della Procura per avere venduto migliaia di azioni a cinque soci di una società picena nel periodo 2013/2014.
Secondo la difesa, condotta dagli avvocati Lino Roetta, Piefrancesco Tasso, Davide Brunelli e Giovanni Lanciotti, gli imputati non potevano però essere a conoscenza dello stato di dissesto dell’istituto bancario, emerso qualche tempo dopo. Nessun raggiro o artificio, dunque, a maggior ragione dopo i continui stress test e dopo i controlli di Bce e Banca d’Italia. La difesa, per suffragare l’ipotesi, aveva anche nominato un perito.
«Tra le altre cose, abbiamo dimostrato come Liviero, Moretti e Fini avessero acquistato azioni nello stesso periodo, rimanendo coinvolti loro malgrado nel presunto raggiro -spiega l’avvocato Lanciotti-. A tal proposito va ricordato come attualmente siano sotto processo i vertici di Veneto Banca, colpevoli secondo l’accusa di avere ingannato, oltre a migliaia di risparmiatori, anche la rete di vendita e i dipendenti. Il processo di Ascoli, durato 4 anni, è stato molto sentito dagli imputati, uomini di esperienza e dalla condotta sempre lineare che si sono trovati accusati di truffa nonostante avessero sempre fatto gli interessi della banca e dei clienti».
Lu. Ca.
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